E’ di ieri mattina il manifesto della Giovane Italia avverso al protocollo d’intesa stipulato tra la Vodafone, il comune di Poggiomarino e l’associazione TSA (tutela, salute ed ambiente), sulla delocalizzazione dei ripetitori di telefonia mobile, con il quale Vodafone si è impegnata a spostare l’antenna attualmente sita in via Publio Virgilio Marone e a ricollocarla in periferia, in un’area concessa dal Comune in cambio di un canone annuo e dell’impegno a fornire alla città tre centraline di monitoraggio dei campi elettromagnetici.
Per Giuseppe Orefice, ex Presidente dell’Associazione TSA ed ora responsabile della commisione ambiente della sezione “Giovane Italia” di Poggiomarino, questo protocollo non è la soluzione. “Non si è fatto altro che spostare il problema altrove, in un area ugualmente popolata: in questo modo cambiano i soggetti a rischio ma non si riduce il rischio”.
I ragazzi della Giovane Italia, realisticamente, ritengono anacronistico schierarsi per partito preso contro l’installazione delle antenne, ma provano ad essere costruttivi proponendo quella che per loro sarebbe la soluzione migliore per ridurre l’ inquinamento elettromagnetico. “Bisogna approvare un regolamento per l’installazione delle antenne di telefonia, e realizzare le cosìdette “aree Tecnologiche“ per la collocazione degli impianti. Aree finalizzate all’ottimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici e alla riduzione dell’impatto ambientale e paesaggistico”, spiega Orefice, “Dovranno nascere in aree extraurbane nel perimetro di centocinquanta metri di distanza da asili, scuole, case di cura, aree verdi attrezzate, aree destinate all’infanzia, aree di particolare densità abitativa. E’ in fondo lo stesso obbiettivo che, come associazione, ci eravamo riproposti all’epoca della mia presidenza nella TSA”.
Vale la pena ricordare che già l’amministrazione Giugliano, con delibera n. 58 del 27/07/2005, provò ad intervenire in tal senso approvando un “Regolamento per l’installazione di antenne per la telefonia mobile” che però, secondo il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), contiene restrizioni non legittime all’installazione di antenne radiomobile nel perimetro urbano, in virtù del Codice delle Telecomunicazioni che consente la libera installazione per antenne di potenza inferiore ai 20 chilowatt.
Per Orefice “quel regolamento era troppo restrittivo e non dava alle aziende un’alternativa reale dove ubicare le antenne. Quello che noi proponiamo è un regolamento diverso, da concertare anche con le aziende di telefonia, che preveda l’installazione delle aree tecnologiche in aree ben definite. E’ l’unico modo per avere una reale e definitiva soluzione al problema e tutelare il benessere dei cittadini”.