L’appuntamento per l’intervista al primo cittadino strianese, Antonio del Giudice, è stato fissato con la sua segreteria ad un orario non convenzionale. Quando arrivo nel piazzale della sua azienda, alle sette in punto del mattino, il Sindaco del fare della città strianese é già al lavoro con lo sguardo attento e l’ironia di sempre. E’ a capo di un’industria di trasformazione di frutta secca e cetrioli in salamoia, prodotti dell’agricoltura locale che come ogni mattina, dopo essere lavorati, vengono caricati su di un tir e da li spediti nei Supermarket di mezza Europa.
Si, perché il primo cittadino strianese, industriale c’è nato, mentre, politico lo è diventato per scelta o forse per vocazione. Classe 1975, Del giudice ha indossato per la prima volta la fascia tricolore da ragazzino, appena ventiseienne, inaugurando quel filone politico, detto “delgiudiciano”,che lo tiene sulla poltrona più alta della città da ben dieci anni (con un piccolo intervallo), condizionando nel bene e nel male un’ intera stagione politica strianese. Ora, all’apice della sua parabola è pronto per il definitivo salto di qualità; si incammina verso il sentiero maestro che lo dovrebbe portare a sedersi su di uno scranno a Piazza Montecitorio. Il sindaco della cittadina dell’agro vesuviano è candidato con il partito di centrodestra M.I.R. (Moderati italiani in rivoluzione) e ricopre, nel listino bloccato della circoscrizione Campania 1, la quarta posizione. Con lui ho parlato della candidatura, di cosa sia la destra e cosa la sinistra, di leader ed ideali politici.
Sindaco, perchè ha deciso di candidarsi alla Camera dei deputati in questa tornata elettorale?
«La mia candidatura alle elezioni politiche del 2013 può dare la possibilità, alla nostra zona, di avere una rappresentanza a Montecitorio; secondo la mia personale veduta e quella di tanti amici è passato troppo tempo da quando il nostro territorio non ha, ahimè, una referenza politica all’interno del parlamento. Ed un sindaco, a differenza dei tecnici, può essere la persona giusta perché ha la contezza di cosa vuole dire amministrare, ed amministrare un territorio, soprattutto i nostri, non è una cosa semplice, per cui in parlamento debbono andarci persone che sanno cosa vuol dire amministrare».
Chi è l’avvocato Giampiero Samorì, il leader chi questa nuova creatura politica Mir (Moderati in Rivoluzione), con la quale lei si è candidato?
«Samorì è un professionista ed imprenditore del nord Italia, vicino al pdl, e candidato alle sfumate primarie del partito del presidente Berlusconi. Ora ha deciso di creare un nuovo soggetto politico, un partito di moderati, dove possono confluire tutte le anime del centro destra. La nostra proposta ed il nostro programma è un impegno con gli elettori che verrà messo in campo; sono cose concrete, immediate, che sono sicuramente attuabili. E’ un movimento che è stato costituito da pochissimo e, credo, diventerà la rivelazione della campagna elettorale perché saprà rivolgersi all’animo moderato di centro destra. Vogliamo creare posti di lavoro aiutando le piccole imprese, che sono il polmone economico dell’Italia, aiutandole ad accedere al credito. Le imprese sono la spina dorsale della nostra nazione, è da loro che bisogna ripartire per far crescere il paese ed uscire dalla crisi».
Sindaco, due parole sul Cavaliere sono indispensabili…
«Il Presidente Silvio Berlusconi, è uno che a 76 anni, giustamente, ha deciso di fare un passo indietro e non essere più il futuro premier, dando così spazio ai giovani. Io, personalmente, vedo con grande entusiasmo la figura di Angelino Alfano»
Cosa mi dice di Bersani?
«Nell’attuale scenario del centro sinistra italiano, qualcosa si è mosso da quando hanno fatto le primarie. Poi la vittoria di Bersani. La sua politica di centro sinistra è demagogica al massimo, afferma che insieme a lui tutti gioiranno, tutti diventeranno felici e contenti ma non dice mai come. Il suo modo di fare politica sta diventando un cane che si morde la coda, predica in maniera eccezionale ma nei fatti lascia a desiderare, ha il vento a suo favore ma non sa sfruttarlo..».
E del grande escluso, Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, che mi racconta?
«Con il collega di Firenze, persona molto rispettabile, abbiamo quasi la stessa età, con lui si sono mossi tanti animi, anche alcuni elettori del centro destra hanno approvato la sua linea politica, ma si sa, a sinistra non c’è spazio per i giovani, soprattutto i giovani capaci…»
A questo punto, la domanda è d’obbligo: il defunto ministro dell’economia del governo Prodi, il prof. Tommaso Padoa Schioppa, definì “bamboccioni” i giovani italiani; lei è la dimostrazione dell’esatto contrario, è diventato sindaco per la prima volta a ventisei anni, ha sempre lavorato ed è general manager di un’industria di rilevanza nel panorama locale.. Bamboccioni si nasce o si diventa?
«Bamboccione lo diventa chi lo sceglie per professione, perchè si trova bene in una situazione di comodo. Ma chi ritiene opportuno tirarsi su le maniche ed andare avanti per costruire il proprio futuro, qualunque esso sia, non è un bamboccione. Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente, diceva Seneca».
Mi dica un valore di Destra?
«Prima di tutto la famiglia, poi l’impresa, il creare ricchezza e posti di lavoro».
Ed un valore di Sinistra?
«Sicuramente ci sono dei valori che io rispetto ma non condivido, o almeno mi auguro che ci siano».
Parlando di Sinistra, è recente la dichiarazione del leader di SEL e governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola che afferma: “«A sinistra vogliamo far sentire profumo di diritti sociali. A destra si sente ancora la puzza di camorra» . Vuole replicare?
«Le parole vanno pesate dalla bocca di chi escono. Vendola, facendo una affermazione cosi grave, ha dimostrato di non avere nemmeno la percezione di cosa significhi veramente il termine “Diritto”. Da parlamentare e presidente regione Puglia non è mai arrivato, concretamente, all’affermazione di un diritto. Se poi, per lui,i diritti sono personificati nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso, è una questione di vedute… Per la puzza di camorra, posso dire che in tutti gli schieramenti ci sono degli indagati, ma in un stato garantista vi è la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, e noi da cittadini dobbiamo essere garantisti. Non lo dico io, ma è l’impronta che i padri costituenti hanno dato all’attuale sistema penale italiano.
Matrimoni gay ed adozioni; tema attuale di grande dibattito, si sono pronunciati tutti i leader politici: Vendola e Grillo, Bersani, Monti, Berlusconi. Lei che ne pensa?
Che il matrimonio è una cosa serissima ed i figli debbano essere cresciuti da un papà ed una mamma, cioè da un uomo ed una donna».
Ora una domanda locale, lei è sindaco di Striano per la seconda volta, com’era il paese prima dei suoi mandati, com’è attualmente, e come sarà qualora dovesse diventare deputato?
«Premetto che ritengo doveroso dare i meriti anche a chi mi ha preceduto ed ha operato bene. Dal giugno 2002 credo di aver fatto apportato dei cambiamenti in città, che sono sotto gli occhi tutti, a partire dalla viabilità, fino ad arrivare alla vivibilità del paese. Ho ritenuto doveroso promuovere l’istruzione; il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona che viene protetto e garantito sia dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani sia dalla nostra splendida costituzione e, pertanto, abbiamo concentrato le nostre risorse sulle scuole.
A dimostrazione di ciò, nel mio secondo mandato che è stato una sorta di continuazione del primo, siamo riusciti a portare a Striano una scuola media superiore, l’istituto alberghiero “L. De Medici” cosa mai realizzata prima in un comune di 8500 ab,e con un notevole dispendio di energie abbiamo inaugurato la nuova scuola elementare, andando a sostituire il vecchio plesso di P.zza D’Anna divenuto inagibile e, riqualificando quindi, un’area come la 219 che da zona di degrado è diventata il fiore all’occhiello della città. Abbiamo metanizzato tutta la città, abbiamo avviato e realizzato gran parte della zona industriale, elemento che si candida ad essere fondamentale per la nostra comunità, che una volta in porto, abbasserà notevolmente il tasso di disoccupazione presente sul territorio. Qualora dovessi essere eletto parlamentare,pur essendo parlamentare nazionale, visti i miei pregressi dieci anni di impegno da sindaco penso di poter fare ancora di più per il nostro territorio che andrò a rappresentare in un contesto nazionale».
Dovendo preparare, in fretta e furia, una valigia per Montecitorio cosa metterebbe al suo interno?
«Sicuramente l’amore per la mia famiglia ,per la mia gente ed il mio territorio. Poi la voglia di contribuire alla rinascita della mia patria ed infine l’esperienza di sindaco prima e di imprenditore poi, professione che ho imparato da mio padre e dalla vita».
Chi vincerà?
«Mah, io mi auguro che vinca il centrodestra, con presidente del consiglio Angelino Alfano. Me lo auguro anche perché, qualora dovesse vincere il centro sinistra, con questa vittoria che stanno millantando da mesi, difficilmente riuscirebbero a formare un governo che faccia realmente gli interessi del paese. Nessuno tra Monti, Bersani, e loro subalterni, ha la forza materiale per vincere le elezioni e governare da solo, quindi debbono per forza di cose allearsi».