L’8 gennaio u.s il ministro Balduzzi ha tenuto una Conferenza Stampa al Comune di Aversa sul tema rifiuti e cancro, grande delusione e vive contestazione ha destato il suo intervento. «Sono sconcertato che nel 2013 ancora si facciano questi discorsi e che si dica che gli stili di vita incidono più della diossina e dello sversamento illegale di rifiuti sulla salute dei cittadini campani» risponde così Antonio Giordano, presidente del Comitato scientifico del Centro ricerche oncologiche di Mercogliano (Avellino) e ricercatore allo Sbarro Institute della Temple University di Philadelphia, alle parole con cui il ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato ad Aversa la relazione sulla situazione epidemiologica del territorio campano, redatta dal gruppo di lavoro ministeriale.
In sintesi il rapporto, pur identificando un aumento della mortalità, non stabilisce un nesso di causalità associato alla presenza dei rifiuti tossici o di altri elementi inquinanti. «Potenziali implicazioni sulla salute non possono essere escluse» ha detto il ministro, sottolineando anche come «sedentarietà, eccesso di peso e fumo sono significativamente più frequenti nella popolazione campana che nel resto del Paese».
Parole «da politico non da tecnico» secondo Giordano che sottolinea come il problema Campania sia noto «da oltre 40 anni, come evidenziato in un libro bianco da poco pubblicato». Una lentezza inaccettabile per l’esperto che si dice «sconfortato» visto che «cambiano i ministri ma le parole sono sempre quelle, vengono promesse commissioni d’indagine, ma intanto la situazione peggiora». Le ricerche ci sono, come conferma anche il senatore Ignazio Marino «il ministro Balduzzi sembra non conoscere o almeno non prendere in considerazione le relazioni che centinaia di studi scientifici pongono tra una sostanza come la diossina e l’insorgenza di tumori».
Serve prevenzione e bonifica del territorio ma per ora non se ne vede traccia secondo Giordano, per questo «chiedo al ministro che apra un tavolo dove ci si possa confrontare con i suoi tecnici sui dati effettivi. Le affermazioni politiche» continua l’esperto napoletano «sono un modo per non dire nulla e conducono a situazioni come quella dell’Ilva dove la Magistratura è dovuta intervenire». Persino i pentiti della Camorra» continua «si pentono per aver “sversato” rifiuti così pericolosi». Altrettanto amareggiato Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei medici per l’ambiente (Isde) Campania che in una nota parla di «disastro negato» provocato «dai rifiuti industriali e tossici che ogni giorno, da oltre trenta anni ormai, avvelenano i territori delle Province di Napoli e Caserta».
L’unica cosa che conta fare, conclude Marfella la sua lettera aperta al ministro Balduzzi è «agire, agire e agire, ognuno nei propri ruoli e responsabilità, affinché questo avvelenamento che ci uccide ogni giorno abbia termine». Di tutto questo, purtroppo, non c’è una sola parola nella campagna elettorale 2013 dei nostri partiti politici. Né dei grandi né dei piccoli. Non c’è una sola parola perché (apparentemente) l’argomento non tira, non porta voti, è persino urticante. Eppure è uno dei pochi argomenti che guarda lontano. Si parla sempre della «visione» dei leader politici, di uno sguardo intelligente e moderno sul mondo. Ecco, con un minimo di scandaloso coraggio si potrebbe persino sostenere che sulle tragedie si può anche fare buona economia, pulita, in tutti i sensi.