Mi riesce difficile collocare in un determinato periodo della mia vita il primo incontro con Rossella Vorraro. E’ una di quelle persone con cui è possibile trovarsi immediatamente a proprio agio, e per questo si ha l’impressione di conoscerle da sempre, anche se non si riesce a ricordare con precisione l’istante in cui sono entrate a far parte della nostra vita.
Classe 1986 da sempre impegnata nel sociale, con l’Azione Cattolica soprattutto, Rossella fa parte di una nuova generazione di donne che si affacciano alla politica con passione, competenza e formazione. Mentre parliamo sorride spesso, sembra di buon umore.

Rossella, sei tu il volto nuovo del centrodestra Poggiomarinese? La donna grazie alla quale il partito supera le divisioni tra Salvati e Vastola, quella che mette tutti d’accordo?

«Più che da me, il volto nuovo della centrodestra poggiomarinese è rappresentato da tutti i ragazzi della Giovane Italia. Sono loro che hanno contribuito, con il loro lavoro e la loro passione, a superare le divisioni ed i personalismi interni al partito, che di fatto ci hanno portato alla sconfitta alle ultime amministrative, consegnando il paese alla sinistra. Ormai il Pdl poggiomarinese non vede più fazioni contrapporsi tra loro, ma è unito verso un unico obiettivo: quello di mettersi al servizio della cittadinanza, di comprenderne le istanze, e di rappresentare i valori del centrodestra, nei quali credo si rispecchi ancora la maggioranza dei cittadini poggiomarinesi».

Pur non riuscendo ad essere eletta, con 271 preferenze alle amministrative di due anni fa sei diventata la donna più votata nella storia di Poggiomarino: un risultato eccellente. Quali, secondo te, sono state le ragioni del tuo successo personale?

«Il lavoro di squadra, visto l’impressionante numero di giovani che hanno partecipato attivamente alla mia candidatura. Per questo motivo l’unica cosa di cui mi pento, in quella campagna elettorale, è non aver saputo trasmettere e comunicare il fatto che eravamo noi la vera compagine di giovani: dalla parte del centrodestra c’erano i giovani che hanno ricevuto più preferenze, anche se a causa della nuova legge elettorale la rappresentatività del consiglio comunale oggi è relativa. Comunque, ciò che più conta è che anche quella sconfitta ci è servita di lezione, aiutandoci a crescere ed a migliorare».

Impossibile non chiederti una considerazione su come ti appare Poggiomarino, dopo quasi due anni di amministrazione Annunziata.

«Come mi appare sui social network e sui mezzi d’informazione o per le strade?».

C’è tanta differenza?

«Devo inchinarmi alla loro bravura nel dare estremo risalto ad ogni minima cosa che fanno, o che pensano di fare. Su questo sono agli antipodi rispetto all’amministrazione precedente, che ha fatto molto pur lavorando nell’ombra sulle questioni importanti, e avendo poca cura di pubblicizzare il proprio operato. Poggiomarino ha ancora tanti problemi che aspettano di essere risolti, e speriamo lo siano il prima possibile. Da parte nostra, comunque, l’amministrazione avrà sempre la massima collaborazione sulle questioni di primaria importanza per la città».

Il Pd locale ha scelto, al contrario di voi, di non esprimere alcun candidato.

«Penso che il sistema primarie all’inizio sia stato visto come la panacea a tutti i mali, ma che alla fine si sia ritorto contro coloro i quali non avevano puntato sul “cavallo vincente”. Queste comunque sono questioni interne al loro partito che a me non interessano, i temi importanti su cui dobbiamo confrontarci e batterci oggi sono quelli del programma elettorale».

Dalle comunali alle politiche. Chi è oggi Rossella Vorraro e soprattutto com’è nata la decisione di candidarti alla Camera dei Deputati.

«Sono la stessa ragazza di sempre. Certo, un po’ più matura e riflessiva, ma animata dalla stessa passione per la politica e per il mio territorio che ha da sempre caratterizzato il mio agire. E’ una passione cui ho dedicato gran parte del mio tempo, non senza sacrifici. Si può dire che la scelta di candidarmi sia maturata naturalmente all’interno di questo percorso».

Anche se, vista l’estromissione di due candidati che ti precedevano, hai già scalato due posizioni nella tua lista, a causa dei listini bloccati le candidature locali sono poco competitive, e non ti è permesso sognare più del dovuto. In che modo la tua candidatura è utile per te stessa e per Poggiomarino?

«Ti ringrazio per questa domanda, che mi da la possibilità di spiegare il perché di una candidatura così difficile. Innanzitutto ho preso questa decisione per essere utile alla causa del mio partito e per potermi fare portavoce delle istanze del mio territorio sui tavoli che contano. Per me stessa, inoltre, rappresenterà di sicuro un’occasione di crescita e di maturazione. Colgo l’occasione per ringraziare chi, ancora una volta, ha creduto in me offrendomi questa possibilità».

Perché con il Pdl?

«Perché credo che rappresenti ancora il più grande partito dei moderati in Italia, l’unico davvero in grado di soddisfare i bisogni di un Paese che nell’ultimo anno è stato stremato da un governo di tecnocrati e burocrati, che hanno soltanto pensato all’interesse delle banche e di qualche altra potenza europea, più che al bene dell’Italia. Nei prossimi giorni pubblicherò sulla mia pagina Facebook, insieme al programma, dati incontrovertibili diffusi dall’Istat e dalla Banca d’Italia, che dimostrano come la disoccupazione cresca e la pressione fiscale aumenti puntualmente con i governi di centrosinistra, per non parlare dei picchi assoluti raggiunti durante il governo Monti».

Hai parlato del programma elettorale della tua lista, approfondiamo. Con quali punti pensi di poter convincere gli elettori a votare per il Pdl?

«Il programma in cui credo è composto di 23 punti, e sarebbe impossibile elencarli tutti ora. A mio parere però la priorità in questo momento va data alla riforma fiscale, che prevede l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa, la diminuzione della pressione fiscale di un punto all’anno, la detassazione degli utili reinvestiti in azienda, la irrevocabilità di mutui e finanziamenti già erogati. Inoltre la famiglia, composta da uomo e donna, deve continuare a rimanere il fulcro principale della nostra società, e per questo è necessario aiutarla con un fisco che le sia più favorevole, con misure come il bonus bebè, la detrazione dall’imponibile fiscale delle spese per l’educazione e l’istruzione dei figli, i sostegni economici per le famiglie che devono farsi carico dell’assistenza agli anziani ed ai loro cari disabili».

Sei donne su trenta candidati nel Collegio elettorale Campania 1 per il Pdl, solo una nei primi dieci posti.

«Purtroppo tutt’oggi la presenza delle donne nelle istituzioni e nella politica e fortemente minoritaria. Ma questo fenomeno va combattuto su due lati: da una parte sensibilizzando i partiti a dare più spazio alle componenti rosa, dall’altro cambiando la mentalità, presente sopratutto al sud, che vede nella donna in politica qualcosa di anomalo e talvolta anche inappropriato. Io penso che siano proprie delle donne alcune caratteristiche essenziali per un buon politico: la sensibilità, la versatilità, la pragmaticità, la determinazione, il senso di giustizia, il saper ascoltare e mediare. Sono tutte doti fondamentali che richiedono la presenza dalla donna in politica».

Si respira aria di anti politica, e si fa un gran parlare di liste pulite. Ma davvero sono solo i problemi con la legge a sfiduciare la classe politica? Per te chi merita di essere candidato?

«Merita di essere candidato chi ha da sempre militato in un partito, chi ci crede, chi davvero ha la volontà di impegnarsi e sacrificarsi per il suo territorio e per il suo elettorato, anche solo con una candidatura di servizio. Per quanto riguarda l’anti politica, sono molto determinata nel voler combattere i falsi miti ed i vari guru che in questo momento cavalcano la profonda sfiducia dei cittadini nei confronti della politica. Tutto questo fiorire di liste e piccoli partiti porterà soltanto ad una difficile governabilità e per questo invito tutti a votare in modo utile, dando fiducia a chi non userà la propria posizione in parlamento solo per “ricattare” il governo di turno».

Cosa ti spaventa, e cosa invece ti attrae di questa nuova avventura elettorale?

«Mi spaventa la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica. Sarà molto difficile, sopratutto, combattere contro il sentimento di anti politica che ormai pervade l’elettorato. L’altro lato della medaglia è rappresentato dall’incredibile esperienza della campagna elettorale, che vuol dire entrare nelle case delle persone, ascoltare i loro problemi, farsi loro portavoce, fare gruppo verso un obiettivo comune, e vedere così tante persone credere in te e impegnarsi con tutte le loro forze per sostenerti».

In bocca al lupo, Rossella.

«Crepi. Ringrazio fin d’ora chi, ancora una volta, vorrà concedermi la propria fiducia».