I lavori per la ripulitura dell’Alveo Trocchia erano partiti in occasione della XXI Giornata di Primavera, promossa dal Fondo Ambiente Italiano del 24 e 25 marzo. Dalla folta ed incolta vegetazione è stata riportata alla luce, tra lo stupore di tutti, una briglia borbonica in pietra lavica. Si tratta di un vero e proprio capolavoro dell’architettura dell’epoca:  una realizzazione precisa quanto ammirevole. La struttura, che nella sua parte alta possiede anche una piccola casetta definita “la casetta del soldato” da alcuni anastasiani che si recavano sul celebre “Volto Santo”, è dotata di sette piccole terrazze erette strategicamente per attenuare la caduta a valle delle acque piovane.
 Mario Gifuni, il consigliere comunale che ha assistito in prima persona ai lavori di riqualificazione dell’intera zona, ha espresso la sua soddisfazione: “E’ una grande scoperta, ma non è la sola perché la nostra montagna nasconde tesori inimmaginabili ed infatti a pochi metri da qui c’è un’altra struttura simile, che prossimamente porteremo alla luce. Come Comune abbiamo messo a disposizione uomini e mezzi e addirittura abbiamo riempito 4 camion di rifiuti sversati illegalmente, soprattutto ingombranti.
Poi chiarisce anche un punto in merito alle ultime polemiche sull’amministrazione riguardo le politiche ambientali: “Non vorrei alimentare la polemica, ma sta di fatto, che fin dal nostro insediamento, abbiamo dato agli alvei un’attenzione straordinaria e sono certo che questa scoperta non è l’unica che il Monte Somma ci riserverà. Noi non siamo per l’integralismo ambientale, formato da alcune componenti che giudicano senza nemmeno conoscere i nostri luoghi ameni. Altro che abusivisti, come qualcuno ci ha etichettato: noi siamo per uno sviluppo ecocompatibile dei territori. Vorremmo sapere da loro cos’hanno fatto negli anni del loro governo. Noi facciamo i fatti e abbiamo concretamente rispetto per l’ambiente. Riporteremo alla luce tutto il patrimonio del versante del Monte Somma che insiste sul territorio di Sant’Anastasia, ivi compreso il complesso delle uniche tre sorgenti: l’Olivella, la Chianatella ed il Felice”.