«Ieri mattina, insieme al presidente Saporito e al consigliere D’Avino, siamo stati dalla famiglia del bimbo dimenticato sullo scuolabus. Mi sono, innanzitutto, sincerato sulla salute del ragazzo e poi ho chiesto scusa ai genitori, a nome mio e dell’amministrazione. Ho detto loro che ho convocato, per domani alle 12, il responsabile della cooperativa che gestisce l’assistenza scuolabus, a cui faremo sentire la nostra voce», a riferirlo è Gerardo Aliberti, assessore alle politiche culturali del Comune di Poggiomarino, in seguito alla disavventura vissuta da un bambino di seconda elementare venerdì mattina.
Secondo la ricostruzione del quotidiano Metropolis, il bambino era salito sullo scuolabus poco dopo le otto insieme ad altri 25 bambini tra i 6 e i 9 anni, tutti prelevati dai vari punti di raccolta previsti sul territorio comunale. Oltre all’autista, l’unico adulto a bordo è l’assistente di una cooperativa di servizi, incaricato proprio di sorvegliare ed accompagnare i bambini durante il tragitto. Il pulmino ha percorso il solito giro fino al deposito presso la villetta di via Nuova San Marzano, dov’è stato parcheggiato senza che nessuno si accorgesse che uno dei bambini non era sceso insieme agli altri. La disavventura del piccolo si è protratta  fino a poco dopo le 11 quando una bambina diversamente abile, che si trovava nella piazzetta adiacente insieme alla sua maestra di sostegno, si è accorta di lui permettendo a chi di dovere di farlo uscire.
Anche se la dinamica dell’episodio non è stata del tutto chiarita, è necessario accertare eventuali responsabilità dell’assistente di turno e sopratutto fare il possibile per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro, magari con conseguenze peggiori. Dello stesso avviso l’assessore Aliberti, che prosegue: «Episodi di questa gravità sono inaccettabili i e non devono accadere mai più. Saranno prese, inoltre,  tutte le iniziative possibili per garantire la sicurezza dei nostri bambini sullo scuolabus. I genitori del bambino hanno detto che il loro figlio sta bene, e questa è la cosa più’ importante, e non vogliono denunciare nessuno. La cosa,  per loro, meno clamore acquisisce e meglio è. Il  bambino, infatti, l’ha preso come un gioco, pensava stesse sognando, non si è spaventato e non vogliono che diventi un caso».