Oltre venticinque mesi di assessorato vissuti con impegno e passione, quelli di Gerardo Aliberti, diviso tra numerose deleghe: Affari Generali ed Istituzionali, URP, Personale e Risorse umane, Servizio Civile, Pubblica Istruzione e Formazione Scolastica, Cultura, Promozione del Territorio e Servizi di Comunicazione Istituzionale.
Il suo successo più grande? Forse la nuova biblioteca?
«Non so se è il più grande, di certo è il più visibile. Ricordo ancora lo stato disastroso in cui trovammo la vecchia biblioteca di via Giovanni Iervolino. Ecco, passare da quello ad una biblioteca perfettamente funzionale, che ospita eventi culturali di rilievo ed ad oggi conta più 500 tessere e 4000 volumi, di cui già oltre 500 catalogati virtualmente, è sicuramente motivo di grande soddisfazione. Un grazie va a chi la gestisce, a tutti i volontari che ci hanno dato una mano, ai tirocinanti e alla Pro loco che ci ha aiutati soprattutto all’inizio. Meno visibile, ma forse più importante, è il fatto che in questi 2 anni abbiamo restituito dignità alle politiche culturali e scolastiche del nostro paese, considerate da tutti, in passato, la Cenerentola dell’azione amministrativa. Oggi, con l’amministrazione Annunziata, scuola e cultura sono al centro dell’azione politica».
E’ di questi giorni la polemica dei consiglieri Forno e Speranza riguardo la spesa per la consulente della biblioteca. Nel manifesto dell’opposizione si parla di 5000 euro già versati e si insinua la volontà di continuare a pagare per questa consulenza. Vuole rispondere?
«E’ una polemica strumentale che non capisco, visto che tutto è stato sempre fatto alla luce del sole. Noi, non è un caso, abbiamo vinto un premio per la trasparenza degli atti amministrativi, quindi ombre non ce ne sono. Chi si è occupato finora della biblioteca è una persona che ha sempre avuto l’incarico partecipando a bandi pubblici, una persona che ha sempre svolto il suo impiego con la massima professionalità, andando spesso e volentieri anche oltre i propri doveri, e non merita di essere vittima di questo attacco. La biblioteca necessita assolutamente di una figura che la gestisca, per questo motivo dopo l’estate è previsto un avviso pubblico volto ad individuare la professionalità che svolgerà questa mansione».
Prima ha parlato di eventi culturali. Ci sono stati i seminari del sindaco Leo Annunziata su Platone, quattro presentazioni di libri con i relativi autori ed una mostra. Non è un po’ poco?
«Non credo, anzi. Con tutte le difficoltà di fondi ridotti all’osso e di bilanci sempre sotto osservazione è stato molto importante riuscire ad organizzare questi eventi a costo zero. Le idee per qualcosa di più grande, che coinvolga anche altre espressioni culturali come l’arte, la musica, il teatro e così via non mancano, ma purtroppo spesso si scontrano con la cronica mancanza di liquidità che affligge le casse comunali, che ne impedisce l’effettiva realizzazione. Ciò nonostante, al contrario di altri comuni, non abbiamo tagliato né sulla scuola né sulla cultura. Posso aggiungere una cosa?».
Prego.
«Cultura non sono solo gli eventi. Cultura sono anche i corsi gratuiti di inglese, di informatica, di sceneggiatura che, attraverso diverse partnership, il Comune ha offerto alla cittadinanza a costo zero sia per l’ente che per l’utente, iniziative che hanno rappresentato un’opportunità da non sottovalutare visto il periodo di crisi economico-sociale che attanaglia il territorio e le crescenti difficoltà dei giovani di esprimersi nel mondo del lavoro. Inoltre abbiamo portato personaggi di rilievo nazionale a parlare coni giovani delle scuole del nostro paese: si pensi a Diego De Silva o al giudice Cantone che chiacchierano con i nostri studenti. Mi sembra una bella cosa».
Sulle polemiche riguardanti la scorsa festa di Sant’Antonio, il sindaco è stato sibilino nell’affidare il suo pensiero ad uno status su Facebook: «Mi sa che per l’anno prossimo toccherà pensare ad una “diversa organizzazione” della festa…». Può spiegarci il significato di queste parole?
«La prossima festa dobbiamo cercare di migliorarla, dando un contributo non solo economico ma anche di idee, perché penso che la festa di Sant’Antonio appartenga a tutti. Quindi se in futuro ci sarà, come pensiamo di fare, un concorso di idee, qualcosa in cui ognuno proponga come poterla rendere sempre più bella, questa festa, credo che il paese possa solo trarne vantaggio. Ringraziamo sempre il Comitato per tutti gli sforzi fatti finora».
Sul fronte scuola qualcosa è stato fatto?
«Direi proprio di sì: basti pensare al progetto di adozione degli spazi verdi del Comune da parte degli alunni delle scuole; al progetto in sinergia con l’Asl Napoli 3 Sud che ha portato nella scuola il concetto di merenda sana, spronando i bambini a preferire la frutta piuttosto che le merendine di produzione industriale; all’incontro sul funzionamento del bilancio comunale. Bisogna poi ricordare che, grazie alla nostra azione amministrativa, anche per quest’anno è stato scongiurato il rischio di accorpamento tra le strutture scolastiche, ed in più abbiamo mantenuto e migliorato il servizio mensa, riuscendo contemporaneamente a rinfoltire l’organico degli assistenti per gli alunni disabili, che da 2 sono passati a 5».
Ci sono stati, però, anche episodi incresciosi. Basti pensare al bambino dimenticato nello scuolabus.
«E’ stato un episodio grave ed inaccettabile, che ci ha portato a prevedere a una nuova procedura di sicurezza per evitare che possa ripetersi qualcosa del genere. Ci siamo più volte scusati con la famiglia del bambino, e abbiamo anche provveduto a diffidare per iscritto il responsabile della cooperativa che fornisce gli assistenti accompagnatori per questo servizio».
Longola. Quando sapremo se il finanziamento di 2,5 milioni di euro verrà erogato?
«Noi ci crediamo molto, perché vogliamo fare di Longola il volano economico e culturale del nostro paese, e siamo fiduciosi vista l’unicità del sito archeologico e la bontà del progetto presentato, che prevede la creazione di laboratori didattici, aree espositive, ricostruzione fisica e virtuale del villaggio, aree ristoro, aree shopping ed un’ area parcheggio per i pullman. Credo che avremo una risposta entro la fine dell’estate».
Personale e risorse umane. Cos’è cambiato?
«In 2 anni, tutti i settori sono stati potenziati e migliorati, grazie alle nuove professionalità acquisite con le mobilità. A cominciare dall’ufficio tecnico, per passare poi agli uffici finanziari e per finire con il nuovo assistente sociale full time che, a breve, avremo in organico. Un grazie anche alla struttura che ha collaborato, in alcuni casi, accettando la doppia mansione per garantire buoni standard di produttività, nonostante una pianta organica di solo 70 dipendenti, a fronte dei 120 previsti per un comune come il nostro. Anche la macchina burocratica è stata migliorata, facendo partire un programma fermo da anni, il S.I.B.A.C., che consente lo snellimento delle procedure e velocizza le comunicazioni interne, consentendo di risparmiare carta e tempo. Non è poco».
Da pochi giorni è terminato il Servizio Civile. Com’è andata l’esperienza dei ragazzi selezionati quest’anno?
«I 4 ragazzi hanno lavorato sodo ed egregiamente. In una terra come la nostra c’è il rischio di clientizzare il servizio civile, di usarlo per fini politici e ricerca del consenso. Invece i nostri ragazzi hanno realmente assistito gli anziani, cioè hanno effettivamente svolto il lavoro che erano stati chiamati a fare».
Al termine di questi primi due anni, sopratutto per quanto riguarda le sue deleghe: si poteva fare di più o si sente soddisfatto?
«Sono soddisfatto, senza se e senza ma. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Credo che Poggiomarino non abbia mai visto un fermento culturale come quello vissuto negli ultimi 2 anni, durante l’amministrazione Annunziata».