Gli investigatori sembrano non avere dubbi: l’incendio all’industria conserviera “Romano” è stato appiccato dagli emissari dei clan. In sostanza i carabinieri che stanno indagando sulla vicenda sono certi che si tratti di racket, ed il rogo sarebbe stato scatenato da un’estorsione a cui i proprietari dell’azienda di pomodori avrebbero risposto con un secco “no”.
Tuttavia, come spesso capita in circostanze del genere, né i titolari dello stabilimento e tantomeno i dipendenti hanno confermato di avere ricevuto minacce in tal senso, sottolineando anzi che nessuno avrebbe richiesto soldi all’attività. Insomma, secondo i Romano, il rogo che si è scatenato nella notte tra mercoledì e giovedì, sarebbe nulla di più di un incidente o al massimo opera di qualche sconsiderato.
Ma ad avvalorare la tesi della regia criminale e del dolo c’è il forte odore di combustibile che si poteva sentire al confine tra Poggiomarino e San Marzano sul Sarno durante le fasi più cruente dell’incendio. Un rogo che ha distrutto un capannone della fabbrica di pomodori utilizzato come deposito. Soltanto grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco è stata invece salvata l’area produttiva.