Sette tra dirigenti della Fiat di Pomigliano D’Arco e della ditta “De Vizia” sono finiti nel registro degli indagati per la morte di Vincenzo Esposito Mocerino, l’operaio 62enne di Somma Vesuviana rimasto ucciso dieci giorni fa in un incidente nello stabilimento della casa torinese. A lanciare la notizia “ReteNews24”. Secondo quanto appreso, sarebbero stati proprio i colleghi della vittima a sconfessare i manager dell’azienda e dell’impresa appaltatrice di pulizie per cui lavorava Esposito Mocerino.
In un primo momento, infatti, era emerso che l’uomo fosse deceduto in un’area dismessa dello stabilimento ed in cui era vietato l’accesso. Invece, le maestranze hanno smentito tutto durante i singoli interrogatori. Sembrerebbe che la zona venisse utilizzata dalla ditta di pulizie per riporre gli strumenti di lavori e che l’ala dell’azienda non fosse del tutto ferma, anzi appena qualche mese fa due operai l’avrebbero ripulita. Inquietante, dunque, l’evoluzione del caso e soprattutto in merito alla sicurezza di Pomigliano per cui i sette indagati sono accusati di omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza sul lavoro.
Il 62enne di Somma Vesuviana, secondo quanto ricostruito, cadde in un punto dove mancava una grata finendo in una vasca per la verniciatura. Nel tentativo di evitare l’impatto, l’uomo perse addirittura un braccio morendo solo e dissanguato. Venne ritrovato durante la pausa pranzo, quando i colleghi si accorsero della sua assenza e lanciarono l’allarme.