È già un caso nella città mariana e potrebbe diventarlo presto anche a livello nazionale, considerato che quotidiani importanti come “Il Secolo XIX” di Genova hanno dedicato al fatto un’ampia apertura di pagina. Pompei, città a fortissima vocazione turistica, infatti, si permette il lusso di tenere la biglietteria delle Fs chiusa ogni domenica anche in piena estate, quando le comitive di visitatori aumentano a dismisura ed i punti vendita alternativi, che sono gestiti da privati, abbassano le serrande per le ferie.
Il giornale racconta infatti la storia di due donne, peraltro straniere, che dopo una giornata di tentativi non sono riuscite a comprare il biglietto, se non quello a fasce chilometriche approfittando di una caffetteria aperta per caso in orario pomeridiano. Fortunatamente dovevano salire su un regionale dove valgono anche gli “Unico”, riuscendo così a salvarsi in calcio d’angolo.
A loro è sicuramente andata meglio di altri due visitatori del Nord Italia, costretti invece a salire sul mezzo senza il tagliando e che si sono quindi dovuti rivolgere al capotreno per regolarizzare il viaggio. Soltanto che in Campania fare il biglietto a bordo equivale in sostanza a pagare una multa. Un’altra falla pompeiana, insomma, che rischia di allontanare sempre più il turismo dagli Scavi e dal Santuario. Quest’estate, secondo i dati diffusi, la città ha già visto una sostanziosa flessione degli avventori.