Torna in cella il boss Agostino Sangermano, ritenuto a capo dell’omonimo clan nolano con influenze nei vicini e comuni ed in alcune zone dell’Irpinia. Il 33enne è stato ammanettato questa mattina dai carabinieri della stazione di San Paolo Bel Sito che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Appello di Napoli a carico del giovane ras già sottoposto agli arresti domiciliari per usura ed estorsione.
Il provvedimento è stato emesso dopo numerose segnalazioni inoltrate dai carabinieri, che durante i periodici controlli sull’osservanza degli obblighi imposti al boss, storico alleato del clan Cava di Quindici, avevano rilevato alcune irregolarità. Immediato il trasferimento nella casa circondariale di Poggioreale. Sangermano era finito nei guai dopo un’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e arrestato insieme ad altri esponenti criminali per diversi fatti di usura ed estorsione aggravati dall’associazione camorristica.
In particolare, il gruppo aveva preso di mira un imprenditore che, per far fronte ai debiti accumulati nel tempo per gestire le proprie attività commerciali, si era trovato stretto nella morsa dell’usura e costretto poi a lasciare casa dopo i tanti episodi di minacce ricevuti. Sangermano avrebbe inoltre “sdoganato” le alleanze tra la sua cosca e quella dei clan Cava, attivo a Quindici, del clan Russo, che opera nel Nolano, e del Clan Moccia, attivo ad Afragola.