Restano serie le condizioni di Carmine Massa, l’ex vicesindaco di Poggiomarino travolto ieri da un treno della Circumvesuviana mentre transitava con la propria auto su un passaggio a livello incustodito. L’imprenditore è ancora ricoverato all’ospedale di Sarno dove i sanitari continuano a monitorarlo costantemente in attesa del trasferimento all’Umberto I di Nocera Inferiore. A destare preoccupazione è ancora un ematoma cranico per cui i medici stanno decidendo in queste ore se ricorrere o meno all’intervento chirurgico. Tuttavia, nonostante le difficoltà del caso, il ferito non è imminente pericolo di vita. Il versamento di sangue all’interno della scatola cranica non si è infatti esteso e l’equipe medica è ottimista sull’evolversi della situazione, anche se la prognosi non può essere ancora sciolta.
Intanto la procura ha aperto l’inchiesta per stabilire le eventuali responsabilità a riguardo dell’incidente avvenuto sul passaggio a livello di Masseria Izzo, lo stesso punto dove un anno fa morì un anziano di Scafati sempre investito da un convoglio della Circumvesuviana. I macchinisti ed il capotreno sono stati ascoltati per diverse ore subito dopo l’impatto, mentre i carabinieri hanno acquisito le immagini di una vicina telecamera di videosorveglianza per provare a capire la dinamica del violento impatto. Da stabilire, infatti, è se i segnali audiovisivi siano scattati in tempo da permettere a Massa di arrestare la marcia del veicolo. Impossibile pensare ad una banale dimenticanza del conducente, poiché l’ex vicesindaco transita su quel punto ogni giorno da decine di anni.
Solidarietà alla folta famiglia, il ferito è infatti padre di 7 figli, arriva da tutta la comunità poggiomarinese e dal mondo politico-imprenditoriale della Campania. Decine di persone, infatti, attendono da ieri con ansia al suo capezzale. Un’agitazione per le condizioni di salute dell’ex vicesindaco mista a rabbia per quanto accaduto nuovamente al passaggio a livello killer di Masseria Izzo. I poggiomarinesi sono in tal senso pronti a dare battaglia chiedendo maggiore sicurezza all’azienda regionale di trasporto su ferro, rivolgendosi direttamente al prefetto.