La “Rete” dei Comuni vesuviani sembra non avere alcun dubbio: la colpa delle impennate di tumori nella zona a ridosso del vulcano è dei miasmi di cava Sari e delle troppe discariche abusive di amianto nel verde del Parco nazionale. Un allarme che dunque coinvolge particolarmente Terzigno, territorio dove insistono i rifiuti accatastati nella discarica ormai chiusa, e “sede” anche degli sversatoi illegali. «Da tempo sono tante le denuncie a tutte i livelli per le discariche abusive di cui è pieno il Parco nazionale del Vesuvio – scrive la “Rete” in una nota – Soprattutto discariche di amianto, a seguito della dismissione dei tanti capannoni industriali del litorale e contenuto nelle lastre di eternit, responsabile delle patologie pleuriche».
«Le stesse falde acquifere risultano, da più rilievi, inquinate da percolati e metalli pesante dovute alle discariche vecchie e nuove non ultima la stessa ex Sari di Terzigno – continuano gli attivisti – con il suo milione e passa di tonnellate di rifiuti tal quale e speciali. Gli stessi dati dell’Asl Napoli 3 Sud relativi all’incremento delle certificazioni di esenzione per patologie tumorali, marcano un costante aumento negli anni, soprattutto nei distretti sanitari che fanno capo ai Comuni dell’area Sin, delle patologie neoplastiche. Dato questo non utilizzabile per valutazioni epidemiologiche ma indicatore satellite dell’incremento esponenziale dei malati di tumore nell’Asl di riferimento».
«Per questo saremo in audizione, in lista tra i tanti soggetti convocati, presso la commissione Sanità del Senato per l’indagine conoscitiva sugli effetti dell’inquinamento ambientale sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica per spiegare – conclude la nota – il nostro punto di vista sullo stato del disastro ambientale in Campania e in particolare quello che viviamo quotidianamente nell’area vesuviana».