In due, vicini al clan Cava di San Gennaro Vesuviano, prima costringono i titolari di una ditta locale ad assumere uno di loro, poi, dopo 3 mesi, l’assunto pretende una tangente di 5mila euro per conto del sodalizio criminale. Grazie alla denuncia delle vittime i due taglieggiatori sono stati arrestati dai carabinieri dell’aliquota operativa di Nola con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo camorristico. A vedersi scattare le manette ai polsi, Prisco Raffaele Palmieri, 40 anni, residente a San Gennaro Vesuviano in via Felicioni, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto fiancheggiatore del clan camorristico “Cava” e Luigi Lauri, 45 anni, residente a San Gennaro Vesuviano in via Napoli, anch’egli già noto alle forze dell’ordine.
I fatti poi accertati dai militari dell’Arma, che hanno eseguito le indagini su coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno avuto inizio nel maggio scorso quando Palmieri avrebbe avvicinato il fratello dei titolari di un’azienda di San Gennaro Vesuviano, intimandogli di intercedere con i fratelli per assumere nella loro azienda Luigi Lauri. La richiesta fu subito accolta, seppure a malincuore, dai due titolari, rispettivamente direttore commerciale e amministratore unico dell’azienda, ma per loro il peggio doveva ancora avvenire.
Dopo solo tre mesi, ad agosto, il neo assunto ha svelato ai due quale era il reale scopo della sua assunzione in azienda: quello di riscuotere le tangenti per conto del clan. Così con violenza, e senza mezzi termini, pretese dai due titolari il pagamento di 5mila euro in contanti. L’episodio fu però denunciato ai carabinieri della locale stazione che, una volta raccolti i gravi indizi di colpevolezza ai danni di Palmieri e Lauri, su disposizione del gip di Napoli, ne hanno eseguito gli arresti conducendo i due presso il carcere di Secondigliano.