Associazioni territoriali in rivolta contro la Regione. Il motivo della contesa è l’ospedale Santa Maria della Pietà «trascurato dalle istituzioni della Campania e su cui non arrivano le giuste pressioni da parte degli enti locali». Insomma, pur con un Piano che prevede un rafforzamento dei servizi e della struttura, a Nola monta la paura per le prestazioni sanitarie che rischiano di peggiorare. «Il Pronto soccorso – denunciano ben 12 onlus firmatarie di un manifesto “girato” ai sindacati – somiglia ad un campo profughi, inoltre reparti e sale operatorie non possono reggere l’impatto con l’ampia platea servita dal nosocomio nolano».
Dunque, tutto torna alle promesse di Palazzo Santa Lucia che per il presidio aveva pensato ad un progetto di valorizzazione: erano infatti previste quattro nuove sale operatorie, un pronto soccorso all’avanguardia e strutture in grado di soddisfare le esigenze del territorio. «Invece – affermano ancora le associazioni – l’ospedale resta un cantiere aperto. Ci sono solo due sale operatorie, ma soltanto una può essere utilizzata, perché l’altra è riservata alle urgenze. Inoltre, i lavori per il reparto di emergenza sono fermi ed al momento il commissario straordinario per la Sanità non ha ancora pensato ad appaltare lavori ed opere con il serio pericolo che il nuovo piano per il Santa Maria della Pietà non veda mai la luce».
Secondo il progetto originale, infatti, il new look dell’ospedale di Nola doveva già essere pronto e funzionale entro la fine del 2011. Poi gli slittamenti hanno portato l’ultima data utile ad agosto di quest’anno. Tuttavia, i lavori non sono stati terminati ed al momento non esistono altre scadenze. «A preoccupare particolarmente – concludono le associazioni – sono le condizioni del pronto soccorso. Stanze e strumenti non sono all’altezza di un nosocomio che serve il Nolano, il Vesuviano e parte della bassa Irpinia».