Cantieri fermi sulla “superstrada della morte”. Dunque, l’area Vesuviana rischia di perdere definitivamente 50 milioni di fondi europei utili a portare a termine i lavori di messa in sicurezza dell’arteria. Il finanziamento Ue, infatti, scade a fine anno e senza la ripresa delle opere Bruxelles non potrà fare altro che riprendersi le risorse stanziate e destinarle ad altri obiettivi. Insomma, rischia di essere l’ennesima beffa per il territorio e per la Statale 268 tuttora ferma con brevi raddoppi di carreggiata e particolarmente pericolosa per lunghi tratti. La riunione di qualche giorno fa in prefettura, in tal senso, ha posto l’accento proprio su questo fondamentale particolare: quello di riuscire a non gettare al vento i soldi che serviranno a concludere i lavori ed a garantire maggiore sicurezza per chi percorre abitualmente la 268.
Un summit a cui hanno preso parte i sindaci del Vesuviano e gli esponenti delle forze dell’ordine, dove ognuno dei partecipanti ha detto la propria a riguardo della problematica piuttosto intricata. C’è infatti da risolvere un difficile contenzioso con una delle ditte che erano impegnate nei cantieri, dunque tutto al momento resta fermo. Sarà la burocrazia, insomma, a stabilire se i lavori potranno andare avanti: basterà infatti non ripartire entro il mese di dicembre per dire addio ai 50 milioni utili a completare la messa in sicurezza. Altrimenti resteranno ancora a lungo deviazioni, strettoie, muretti ed i tanti ostacoli che contraddistiguono l’arteria.
Sulla vicenda si sono espressi anche i Verdi: «I 50 milioni potrebbero svanire nel nulla – dicono Francesco Emilio Borrelli e Salvatore Esposito responsabile del Sole che Ride a Somma Vesuviana – Bene hanno fatto i sindaci del vesuviano a segnalare con forza la questione al Prefetto di Napoli. La strada statale è anche considerata una importante via di fuga in caso di eruzione. Un vero e proprio paradosso, considerate le condizioni in cui si trova e l’incredibile pericolosità per i guidatori che ha causato negli anni diverse vittime al punto da essere stata ribattezzata la “strada della morte”».