Binari sommersi da rovi e alberi, linee ferroviarie utilizzate come discariche o addirittura come pascoli per capre. A denunciare lo stato nel quale versano alcuni tratti della linea ferroviaria Circumvesuviana è la segreteria provinciale di Napoli del sindacato Orsa Autoferro-Tpl, in una lettera rivolta alla dirigenza dell’Eav, holding regionale dei trasporti.
L’organizzazione sindacale mette in guardia dal «potenziale pericolo per la sicurezza dell’esercizio» rappresentato dal fatto che «lunghi tratti delle linee ferroviarie siano sempre più invasi da rovi, sterpaglie e cespugli, che in qualche caso si sono trasformati addirittura in alberi, anche perché dove sono già stati fatti interventi di decespugliamento, le tratte non sono state liberate da ciò che si è tagliato, per cui sono praticamente ancora impossibili eventuali interventi di riparazione ai convogli che si dovessero fermare in linea per guasti, per non parlare del fatto di poterli evacuare in caso di guasto grave o incendio».
Questo fa sì, prosegue il sindacato, «che in certi punti delle linee ferroviarie della Circumvesuviana, alcune persone si sentano in diritto di utilizzarle come discariche di rifiuti di ogni tipo, di pascolare le capre (tra Castellammare Terme e Castellammare di Stabia), e addirittura costruirsi un comodo accesso alla linea ferroviaria, dotato di porta in legno, per chissà quali “reconditi” scopi (tra Barra e Santa Maria del Pozzo). Al contrario – aggiunge la missiva – si assiste a lavori di ristrutturazione in impianti come Miglio d’Oro e Striano, di cui non si capisce la priorità e l’urgenza, soprattutto nel secondo caso, perché la stazione in questione, dovrebbe essere tra quelle sulle tratte che il “Piano Voci” vorrebbe chiudere».
Il sindacato Orsa chiede «di dare priorità di spesa alla messa in sicurezza definitiva di tutte le tratte ferroviarie e, successivamente di pensare ai lavori di abbellimento di fermate o stazioni, perché ritiene che sulle linee ferroviarie si tuteli meglio la sicurezza dei viaggiatori, dei convogli e dei lavoratori».