Stupore e ammirazione sono i sentimenti che si provano osservando da vicino i lavori, o per meglio dire i capolavori realizzati da Antonio Lanzetta. La sua è una tecnica particolare, quella dei “mosaici di cereali”, adoperata per rappresentare la natura, con le sue forme e le sue sfumature. Antonio lavora inoltre con qualche difficoltà in più almeno sulla carta: otto anni fa, infatti, ha perso l’arto superiore sinistro a causa di un incidente.
Antonio, raccontaci come e quando è nata la tua passione per questa particolare tecnica.
«Tutto è iniziato quasi per gioco quando un giorno mio figlio doveva presentare a scuola un lavoretto sotto forma di mosaico. Il soggetto era una balena, che dopo averla disegnata, decisi di riempire con dei chicchi di riso incollati uno accanto all’altro. Da qui il mio primo mosaico della balena. In seguito ho avuto l’ispirazione di realizzare un ritratto di Padre Pio questa volta adoperando non il riso ma altri elementi come l’orzo, l’avena, il farro e i chicchi di caffè per riprodurre gli occhi. Il ritratto l’ho completato in circa tre mesi. Una menzione particolare va al professore Giovanni Boccia, ex insegnante d’arte e presidente dell’Associazione Culturale “Arianna” di Striano, che mi ha spronato e invogliato verso questa particolare tecnica, che mi appassiona da circa due anni e mezzo».
Ci spieghi in che modo vengono realizzate le tue opere?
«I mosaici vengono realizzati su tele, riempiendo un disegno attraverso i singoli chicchi dei differenti cereali e legumi che vengono incollati, dopo l’essiccatura, l’uno accanto all’altro per mezzo di una pinzetta e tanta tanta pazienza. Il colore dei singoli pezzettini viene ottenuto sfregando gli stessi con dei gessetti in polvere nelle diverse colorazioni. L’insieme viene poi ricoperto con della vernice trasparente che fissa ulteriormente e dà lucentezza al quadro. La cornice poi completa il lavoro».
Quali soggetti ti piace maggiormente rappresentare?
«In linea di massima sono i ritratti, gli stemmi – un mio recente lavoro è lo stemma del Comune di Striano, donato alla cittadinanza il 30 marzo scorso e custodito nella Sala Consiliare – e i soggetti reali che preferisco realizzare utilizzando a tal fine i cereali. Su suggerimento del professore Boccia ho sperimentato e dato vita anche a tanti quadri astratti impiegando, molto spesso in questi casi, altri elementi come pietruzze e pezzettini di vetro colorati».
Ti piacerebbe poter tenere dei corsi per ragazzi e far conoscere loro i tuoi mosaici?
«A onore del vero ho già avuto modo la scorsa estate di tenere delle lezioni per bambini e ragazzi grazie al patrocinio e al contributo dell’Associazione Age, un’ iniziativa accolta favorevolmente e con entusiasmo dai ragazzi di Striano. Ho inoltre preso contatti con dei funzionari dell’Inail che sono intenzionati a promuovere dei corsi di mosaico presso le diverse sedi regionali dell’ente. E spero quanto prima di poter portare in esposizione le mie opere a qualche mostra d’arte. È un piccolo desiderio che vorrei realizzare».