I carabinieri hanno arrestato 4 affiliati ai clan Nino e La Montagna, attivi nelle aree vesuviana e del nolano e nell’hinterland a Nord del capoluogo campano, destinatari di misura cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli per omicidio e detenzione e porto illegale di armi aggravati da finalità mafiose. I militari dell’Arma hanno identificato i quattro come mandanti ed esecutori dell’agguato a due affiliati al clan Nino perpetrati nel nolano a maggio 2003, omicidi eseguiti per punire il mancato versamento nelle casse del clan dei proventi di attività estorsive gestite dalle vittime nel nolano.
Tre dei destinatari del provvedimento cautelare (il boss Nino Alfonso e Domenico La Montagna, mandanti dei tre omicidi oggetto dell’indagine, e il sicario Marco Assegnati) erano già detenuti, mentre un killer, Nicola Luongo, è finito in manette. Le indagini riguardano agguati commessi tra il 2002 e il 2003: uno, il 19 novembre di 12 anni fa, vide l’uccisione di un pastore di Polvica di Nola, Francesco Affinita; l’altro, il 16 maggio 2003, si concluse con il duplice omicidio di Felice Napolitano e Luigi Guadagno.
Diversi collaboratori di giustizia hanno permesso di inquadrare gli episodi come ascrivibili alla volontà del boss Alfonso Nino, alleato con Domenico Montagna, ai vertici di un altro clan dell’agro di Caivano di sopprimere un pastore che “infastidiva” gli affiliati nelle attività delinquenziali compreso lo scarico illegale di rifiuti tossici, e di liquidare in particolare Napolitano che era referente di un gruppo prima alleato dei Nino e poi entrato in contrasto con la cosca per la gestione del pizzo. Per il boss Nino si tratta della prima accusa di omicidio.