«Dopo innumerevoli sollecitazioni e anticipazioni parziali finalmente è reso pubblico il 3° Rapporto Sentieri – Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento», a comunicarlo è la Rete vesuviana “Zero Waste”. Il progetto finanziato dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità ha come mission lo studio del rischio per la salute in termini di mortalità, incidenza oncologica e ricoveri ospedalieri nei 44 Siti di Interesse Nazionale (Sin) per le bonifiche. «A differenza dei precedenti – spiegano gli attivisti – in questo studio sull’indice di mortalità fino al 2010 nei Sin si affianca infatti le analisi di due importanti parametri: i ricoveri ospedalieri fino al 2010 (certificati Istat, Airtum e ministero della salute) e l’incidenza dei tumori fino al 2005 (nuovi casi ogni anno). Raccolte quindi parzialmente le tante sollecitazioni intervenute da parte di associazioni e comitati all’indomani della pubblicazione del rapporto 2011 che indicavano un approfondimento che tenesse conto anche di tali parametri».
«I risultati, anche se parziali – continua “Zero Waste” – confermano tutta la pericolosità per le popolazioni di abitare in prossimità di tali Sin. Verificato un aumento esponenziale di alcune patologie tumorali e croniche soprattutto a carico della tiroide, della pelle, della mammella, delle linfoghiandole, del fegato, dei polmoni e della pleura in entrambi i sessi, oltre a patologie croniche del sistema urinario e di quello respiratorio. Il relativo profilo di rischio oncologico che ne deriva, utile per identificare priorità generali per azioni di sanità pubblica, non consente di stilare una classifica di pericolosità tra le aree soggette di studio, ma lascia ad ogni Sin la sua specificità in termini di rischio. Su tutti i dati emerge con forza la gravità della esposizione all’amianto subita dalle popolazioni e che risulta evidente, in particolare per gli uomini secondo i dati relativi al mesotelioma pleurico».
Una vera e propria “bomba”, dunque, anche per l’area Nolana e Vesuviana e per l’intera “Terra dei Fuochi” con punte particolarmente gravi tra Nola e Pomigliano d’Arco, oltre che per i comuni a cavallo tra le province di Napoli e Caserta: un territorio che comprende quasi un milione e mezzo di abitanti. «L’analisi dell’incidenza oncologica – spiegano dalla Rete – è stata eseguita solo per i 19 Comuni del Sin coperti dal Registro tumori dell’Asl Napoli3 Sud, non essendo i rimanenti 58 Comuni serviti da un Registro tumori. Dati troppo parziali quindi che però danno una presenza di tassi di incidenza per l’insieme della patologia oncologica e di specifiche sedi tumorali più elevati rispetto alla media dei Registri tumori del Sud Italia presa come riferimento». Nel mirino finiscono naturalmente i roghi tossici che continuano in tutta l’area presa in esame ed anche oltre.