È Pasquale Piccolo il nuovo sindaco di Somma Vesuviana. Alla fine l’avvocato ha confermato nel turno di ballottaggio il dato politico dell’andata: i sommesi volevano che fosse lui a guidare Palazzo Torino e così è stato. Il neoeletto sindaco ha raccolto 7.094 referenze, pari al 56,23 dei voti. Per Granato invece i voti sono stati 5.522 pari al 43,77 per cento. Più complesso invece il dato elettorale che ha visto la prevalenza dell’astensionismo. Alle urne si sono presentati 13,153 elettori pari al 48,08 per cento degli aventi diritti al voto. Forse questo è uno dei dati più bassi in assoluto degli ultimi decenni e i numeri la dicono lunga su cosa debba rimettersi a fare la politica. Certo la contingenza era piuttosto particolare. Il super caldo, “matrimoni-battesimi-comunioni”, l’enorme vantaggio di Pasquale Piccolo su Antonio Granato, il fatto che avevamo votato appena sette mesi fa. Insomma c’erano tutte le scuse fisiologiche del caso, ma resto dell’idea che qualcosa di più profondo abbia pervaso le coscienze degli elettori sommesi assenteisti.
Innanzitutto non c’è più l’idea di collante di chi resta fuori dai ballottaggi e quindi dalla corsa alla poltrona di primo cittadino né tantomeno la fiducia nell’Istituzione del voto. Votare non è solo un diritto, ma anche un dovere ed esiste il sistema della scheda bianca per manifestare un segnale di non appartenenza ad un progetto politico in campo. Poi c’è l’evidente avvelenamento della campagna elettorale da parte di una serie di soggetti che hanno speculato e speculeranno su questioni delle quali si sta occupando la magistratura. Attenzione però, un conto è la lotta per la legalità, la fede nella giustizia e negli apparati dello Stato che la supportano. Un conto è avvelenare i pozzi della piazza con sparatorie nel mucchio e con mezzucci, mediatici e non, di quart’ordine.
L’idea che fosse Granato il depositario della lotta alla legalità sul territorio è piuttosto errata visto che lo stesso sindaco Pasquale Piccolo si è prontamente recato in Procura a Nola a chiedere di far luce su una serie di presunti episodi accaduti in questa truculenta campagna elettorale. Certo che la partita da giocare era piuttosto delicata. Per molti (e non è un’esagerazione) queste elezioni rappresentavano il lasciapassare alla propria sopravvivenza. E non solo politica. Ora Pasquale Piccolo ha trionfato, ha i numeri per governare e l’intelligenza per capire che la politica sommese va portata entro certi binari.
Altrimenti continueremo ad intristirci vedendo urlatori del popolo e goffe trombettiere recitare male la parte dei paladini di qualcosa; altrimenti continueremo a registrare nei verbali dei seggi di simboli fallici disegnati sulle schede o rimbrotti generalisti sovrapporsi con i simboli dei partiti e dei movimenti. Perché la nostra vita non sarà la politica, ma la politica sicuramente dovrebbe rioccuparsi delle cose della vita. E questo lo sa Pasquale Piccolo e lo sappiamo tutti quanti noi che abbiamo da anni a cuore le sorti della nostra comunità.