Polemiche su polemiche nel giorno dopo la morte tragica di Giovanni Miraglia, il 35enne di Napoli rimasto ucciso a Sant’Anastasia dal crollo di un montacarichi. Il pomo della discordia è la decisione di portare avanti i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine nel Rione Capodivilla, distante 300 metri da via Cascella, luogo del fatale incidente.
In città e sui social network è divampato un coro di dissenso nei confronti del comitato incaricato dell’organizzazione dei festeggiamenti che, dopo una lunga consultazione, ha deciso che non era il caso di sospendere il concerto dei cantanti neomelodici e lo sparo dei botti previsti per la serata. La manifestazione ha così avuto luogo, mentre nella strada dell’incidente gli inquirenti provvedevano ai rilievi di rito. «È stato di pessimo gusto, che cattivo esempio abbiamo dato… Persone lì buttate su di una strada aspettando chi doveva arrivare con il proprio figlio spiaccicato a terra, e a pochi metri una festa» è il commento di una cittadina. «Vergogna! Una caduta di stile orrenda. Una vergogna», sostiene un altro.
I Verdi, in un comunicato, si scagliano contro Comune e Chiesa che «non fermano la festa in onore della Madonna del Carmine che avviene a poca distanza dal luogo dell’incidente mortale». «Ma è mai possibile – si legge ancora – che gli amministratori siano diventati così insensibili e privi di carità cristiana? E la Chiesa? Non ha ritenuto giusto onorare la morte di questa persona evitando degustazioni e musica ad alto volume?». Per il momento non sono giunte repliche da Palazzo Siano. Nei giorni scorsi, un’altra polemica simile aveva avuto luogo a Pozzuoli. I familiari delle vittime della tragedia di Monteforte Irpino hanno duramente contestato un assessore, che in occasione della ricorrenza aveva organizzato una festa con tanto di tamburi e dimostrazioni sportive.