«La situazione in Campania e, in particolare nel Napoletano e nella zona vesuviana, sta diventando sempre più drammatica sul piano della sicurezza e dell’ordine pubblico. Ormai anche nei centri storici si spara e si uccide in pieno giorno. I clan sono scatenati e l’azione di contrasto sembra del tutto inadeguata, se non completamente assente». È l’allarme lanciato dall’Associazione Antimafia Caponnetto che si domanda se la Prefettura di Napoli intenda adottare «misure per fronteggiare la grave emergenza, dal momento che, di fronte a tutto questo, lo Stato appare completamente inerte» ricordando che il prefetto è «per legge il massimo responsabile sul territorio della sicurezza».
La Caponnetto si associa perciò all’allarme lanciato in queste ore dal Gruppo campano dei testimoni di giustizia, che in una nota scrivono: «A Napoli e provincia in pochi giorni si contano più di sette sparatorie, fra cui quella nella quale ha perso la vita un innocente, l’anziano pensionato di Portici. La cronaca di ieri ci racconta di un conflitto a fuoco in una zona super trafficata di Somma Vesuviana, popoloso paese alle pendici del Monte Somma. I carabinieri hanno agito subito, ma per chi vive su questo territorio resta il dato terrificante delle sparatorie quotidiane, dato che rende ognuno di noi vittima di questa ondata di violenza». I testimoni concludono chiedendo «che lo Stato mostri i denti e che si pongano in essere misure adeguate a tutela della sicurezza pubblica nel Napoletano».