Gli attivisti e gli “affezionati” del bene archeologico l’avevano previsto: quelle copertura finiranno per crollare sui reperti di epoca romana. Ed è stato così. Mattoni e assi di legno hanno danneggiato tutto a Terzigno, mentre già la storia della località vesuviana “galleggia” tra l’immondizia come evidenziato già nei mesi scorsi da un servizio di “Striscia la Notizia”.
«Dopo una serie di indagini da parte di Google l’area archeologica di cava Ranieri è entrata a far parte del cosiddetto servizio “Maps” ed è ora indicata come “Parco Archeologico di cava Ranieri”. Mi sono arrivate telefonate dall’Irlanda: perfino lì si sono meravigliati di questa situazione, un’area così bella adibita a discarica – spiega il giornalista ed attivista, Francesco Servino – Sebbene si tratti ancora di un parco “apocrifo”, un servizio così importante come Google Maps l’ha riconosciuto degno di interesse, e ci mancherebbe altro. Ora ci si aspetta che siano le istituzioni locali e nazionali a riconoscerne il valore, rilevando l’area e mettendo in atto la bonifica: ricordo che cava Ranieri è una discarica in pieno centro abitato e che ricade in un quadrato dove ogni giorno avvengono i peggiori crimini ambientali».
«Come si nota dalle foto, la copertura su una delle ville è completamente crollata: mattoni pesantissimi, assi di legno e tutta la struttura in ferro sono collassati sui doli sottostanti danneggiandoli. Avevamo denunciato l’imminente disastro già a giugno con la troupe di Striscia La Notizia e con lo studioso Gennaro Barbato – continua – ma abbiamo assistito all’ennesimo scaricabarile da parte della soprintendenza , a cui sembrano sempre non spettare colpe e che ha lasciato tutto com’era, e alle solite promesse da parte dell’amministrazione comunale di Terzigno che addirittura, con un comunicato stampa e non si è capito per bocca di chi, ha dipinto la situazione come se domani stesso dovessero partire le bonifiche e il parco archeologico fosse già realtà. Questa è la realtà dei fatti, queste sono le condizioni in cui versa un’area importantissima a Terzigno. Mi rivolgo direttamente al ministro della cultura: faccia qualcosa, venga a vedere con i suoi occhi e intervenga».