Avrà la forma di un cilindro molto corto, e non quella classica sferica, inoltre non sarà utilizzato un colore rosso o giallastro per l’involucro, bensì sarà nero, quanto più nero è possibile. Tutto in onore di Kalidou Koulibaly, il neodifensore del Napoli diventato già beniamino dei tifosi per il buon inizio di campionato e malgrado la sfida di ieri con il Cagliari, durante cui il centrale francese di colore ha giocato la peggiore partita da quando è in Italia.
Tuttavia il 23enne transalpino si è meritato “l’attenzione” dei fabbricatori di morte, di coloro che ogni anno sfornano una o due “bombe” pronte a devastare di sangue e macerie il Capodanno di Napoli e provincia. E stavolta tocca proprio al granitico difensore finire in una lista che si era aperta con il “Pallone di Maradona” e che lo scorso anno aveva annoverato la “Bomba Pipita” ed il “Don Rafè” in onore del tecnico Rafael Benitez. La produzione, dicono i beninformati, e già avviata: una quantità enorme di zolfo, in grado persino di fare cadere una piccola palazzina con la sua potenza. La zona di fabbricazione, come del resto avvenuto per i passati Capodanno, è quella tra Poggiomarino e San Giuseppe Vesuviano: naturalmente in ruderi nascosti e ben lontano dalle tante piccole industrie regolari che operano legittimamente nella zona a scopo ludico ed artistico.
La “notizia” è già passata negli ambienti investigativi, al lavoro da quasi due mesi per bloccare sul nascere l’emorragia di fuochi d’artificio illegali che invade il Napoletano e particolarmente il Vesuviano, tra le aree dove maggiormente la cattiva passione per i botti killer riesce a dilagare. Sarà un mese duro, da oggi e fino alla notte di San Silvestro, dunque, per mettere le mani sulla “cipolla nera”, quella dedicata a Koulibaly.