La notte tra il 12 ed il 13 aprile 1514, la Vergine Nazarena, apparve alla fanciulla Autilia Scala, detta “Delle Vaccherelle”, poiché era solito portare il suo armento a pascolare sul poggio dove tuttora sorge il Santuario. La Vergine disse alla fanciulla: “Autilia, ti ho scelta per una delle più alte imprese che compirai a mio nome, portati dal Conte Enrico Orsini, in Nola, e digli, che sotto quel cespuglio a destra della mia mano, vi è sepolta una mia immagine, da molti secoli; voglio che si scavi la terra e si edifichi in mio onore un Tempio”.
Ma il Conte non volle credere alla storia raccontata dalla giovinetta, ma il giorno dopo riapparve la Signora ed ordinò di riandare dal Conte e come segno tangibile della visione, le tocca il volto con la mano, e ben presto cinque raggi rifulsero sulla guancia della fanciulla. Questa volta il Conte credette alla fanciulla e di accordo col Vescovo di Nola Monsignor Bruno, scavò tra i rovi del cespuglio e riportò alla luce la Sacra Immagine dipinta su di una vecchia parete, in mezzo a due angeli, che fu subito identificata per l’Immacolata Regina delle Vittorie; mentre ai suoi piedi fu trovata una campanella del peso di circa 40 chili, al cui suono si attribuisce la virtù di allontanare le tempeste, i temporali ed ogni calamità, mentre intorno vi si legge l’iscrizione: Ss. Nicolas, confessor christi, maria virgo ora pronobis, karolus dei gratia rex siciliae. Sarebbe Carlo III d’Angiò, successo a Carlo I nel 1284, che avrebbe fatto edificare in quel sito una Cappella in onore di San Nicola di Bari e della Vergine Maria, di cui era devoto, per qualche vittoria riportata. Una tradizione vuole che tre giorni dopo le divine apparizioni la fanciulla passasse ai godimenti del Paradiso. (dalle cronache del santuario)
Attualmente questo dipinto su pietra è conservato nella Basilica minore. Il Santuario, dedicato alla Immacolata Regina delle Vittorie di Santa Maria a Parete in Liveri, sorge sul luogo del ritrovamento della Sacra effige dove verso la fine del 1500 fu eretto un Tempietto su volere del conte Orsini nel 1518 e nel 1551 fu eretta una chiesa dove vi fu inglobato a cura dei Canonici Regolari Lateranensi, cui era stata affidata.
Il Tempietto della Vergine, dichiarato Basilica, venne consacrato il 20 gennaio 1861 da Monsignor Ignazio Persico, Vescovo di Grazianopoli, come dagli Atti custoditi nell’archivio della Curia di Nola fino al 1861, quando un incendio distrusse la Cattedrale di Nola. Leone X, nel 1519, dimostra di accettare l’origine Celeste di questa Divozione, con un breve Pontificio del 22 aprile. Altri Papi, quali Gregorio XIII e Pio IX, arricchiscono il Santuario di indulgenza e Privilegi, mentre Papa Pio X (Santo), eleva il Santuario a Basilica aggregata a quella Vaticana. Dopo la soppressione degli Ordini religiosi, la Chiesa, restaurata nel 1706, venne incorporata nel Fondo Culto e successivamente ceduta al Vescovo di Nola. Le persecuzioni religiose ed il Risorgimento videro alternarsi al Santuario di Liveri, Sacerdoti secolari e Regolari con Canonici Lateranensi. Mentre verso la metà del 1900, vediamo la Basilica retta dai Frati Minori, che riportarono il Culto della Madonna a Parete al primitivo splendore, quando il Santuario era meta di pellegrini di ogni regione d’Italia. Sulla cornice della porta d’ingresso vi è scolpito il nome dell’Architetto del Tempio: magister io paulus de ambrosio s. severino hoc opus fecit 1551.(Dalle cronache del Santuario).
La tradizione di celebrare la festa di Santa Maria a Parete fu introdotta dai Padri Lateranensi il 19 aprile 1551, ventidue giorni dopo la Pasqua, e da allora si stabilì come data la terza domenica dopo Pasqua. La festa, al pari di altre celebrazioni legate al culto della Madonna in Campania e nel sud dell’Italia, suscita l’interesse degli studiosi di antropologia, in quanto si inserisce nel contesto delle feste locali che affondano le radici nella concezione rituale dei cicli festivi e della loro collocazione cronologica. La preparazione della festa passa attraverso i Dodici Sabati, nei quali, durante la messa vespertina, il celebrante elogia a turno una delle 12 virtù della Vergine, le Dodici Stelle. Il venerdì della settimana precedente la festa incomincia la Novena, aperta dal Canto delle Scapigliate: un gruppo di donne vestite di nero cantano un antico canto liverese, accompagnando la lamentazio con gesti ricchi di pathos.
Dopo nove giorni, la notte del sabato è dedicata al Pio Esercizio della Scala Santa. Alle 3.30 del mattino i fedeli, guidati dai Frati del Santuario, salgono i 79 gradini, alternando salita a preghiera. È nella ripetizione del Canto delle Scapigliate che si palesa appieno il carattere tutto meridionale e campano di questa pratica: le donne, recatesi a piedi al Santuario, salgono in ginocchio l’intera scala, sostando ad ogni gradino per recitare un’Ave, un Pater e un Gloria, ed offrono alla Madonna un grande cero decorato. (Tratto da: L’Espresso Napoletano – anno 8 – n° 4 – Aprile 2008)
In questi giorni a Liveri si celebrano i 500 anni dell’apparizione della Vergine 1514-2014. In questa occasione il Santo Padre ha concesso l’indulgenza plenaria secondo le disposizione della Penitenzieria Apostolica.
Home Rubriche Maria e il Vesuvio: culto e amore L’Immacolata Regina delle Vittorie: 500 anni fa l’apparizione che allontanò le tempeste