Il clan Fabbrocino tra i più pericolosi ed organizzati della Campania, e che tuttavia, pur essendo molto potente, difficilmente potrà scatenare faide perché sul territorio non esistono forze criminali alla pari. Anzi, la cosca spesso assorbe le “fronde” che nascono nelle singole città, facendo poi diventare quei clan loro “satelliti”. È la relazione della Direzione investigativa antimafia, che nel suo ultimo dossier dedica diverso spazio all’area vesuviana.
E quando si parla delle città interne più vicino al vulcano, la Dia fa immediatamente il nome dei Fabbrocino, mettendo in guardia forze dell’ordine e residenti. «Le consistenti disponibilità economiche del clan Fabbrocino – scrive la Dia nel dossier – hanno contribuito al rafforzamento del vincolo di omertà dei consociati, tanto che nessun aderente al sodalizio, nonostante i colpi inflitti all’organizzazione, ha mai intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia, circostanza questa sintomo di una compattezza raramente riscontrabile nel panorama camorristico campano».
«L’organizzazione ha mostrato, inoltre, una attenta gestione delle attività illecite, imponendo il pagamento di tangenti solo su attività di ingente valore economico, dispensando piccoli commercianti e imprenditori in difficoltà. Ulteriore aspetto di interesse, che definisce ancora di più lo spessore del clan, consiste nelle peculiari capacità imprenditoriali di molti affiliati che hanno consentito al clan di penetrare nel settore dell’abbigliamento e del commercio di alimenti di alcune regioni del Centro e del Nord Italia».