Condannato per abuso d’ufficio ad una pena di 10 mesi. Il sindaco-senatore, Domenico “Mimì” Auricchio, ci ricasca. Stavolta i giudici del tribunale di Nola lo hanno giudicato colpevole dell’installazione di un chiosco abusivo in via Emblema, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio: una concessione avvenuta, secondo l’accusa, senza passare dall’ufficio tecnico.

Con il primo cittadino condannati anche Tommaso Sannino, Francesco Miranda e l’allora assessore terzignese, Domenico Cardarelli: tutti con la stessa pena della fascia tricolore terzignese. Unico assolto, invece, Antonio Pisacane, attuale consigliere comunale appena confluito all’opposizione: secondo i giudici non ha commesso il fatto. Insomma, si rischia ancora un terremoto a Palazzo Gionti, che appena pochi mesi fa aveva recuperato il suo sindaco dopo una sospensione di 18 mesi dovuta ad un’altra condanna di primo grado sempre per abuso d’ufficio. Le Legge Severino, insomma, potrebbe scattare nuovamente  a Terzigno, restituendo il ruolo di facente funzioni a Stefano Pagano per traghettare la città fino alle elezioni di primavera. Per il sindaco-senatore si tratta in tal senso della seconda condanna in poco più di 20 mesi.

Per Auricchio restano però due strade da percorrere: la prima riguarda l’interpretazione della legge, una condanna a dieci mesi, dunque sotto l’anno, potrebbe essere non sufficiente a fare scattare l’avvicendamento al municipio. L’altra strada è quella del ricorso al Tar percorsa con successo a Napoli da Luigi de Magistris ed a Salerno da Vincenzo De Luca.

La vicenda che ha portato alla condanna in primo grado per Auricchio riguarda la realizzazione del chioschetto con tanto di infopoint installato nell’area di Terzigno che apre le porte al Parco Nazionale del Vesuvio. Il sequestro fu allora eseguito dalla polizia: si trattava del primo mandato della fascia tricolore che oggi siede a Palazzo Madama.