Gestivano il mercato della prostituzione ancora oggi piuttosto florido in via Pertini a Poggiomarino, strada che si trova sul quadrivio dove si segna il confine con Striano, San Giuseppe Vesuviano e Palma Campania. Adesso, per sette persone, si attende l’inizio del processo. Sono infatti tutti rinviati a giudizio, in un caso che è nato dalle indagini subito successi alla morte di una giovane “squillo” ucraina uccisa nell’estate del 2012 a coltellate. Da lì gli inquirenti misero le mani sul “traffico carnale” nella zona, scoperchiando il vaso di pandora e riuscendo a ricostruire anche chi era a capo dell’organizzazione grazie soprattutto alle rivelazioni di amiche e colleghe della povera vittima 27enne.

Un’indagine che tra l’altro portò persino al suicidio di Orazio Caso, 47enne poggiomarinese e gestore di un circolo ricreativo in via Nuova San Marzano. L’uomo si sparò al petto con un’arma da fuoco e morì durante il tragitto in ospedale effettuato con l’ambulanza del 118 cittadino. Pochi giorni dopo, era gennaio del 2014, arrivarono gli avvisi di garanzia che avrebbero colpito anche lo stesso Caso. Per gli inquirenti, insomma, il suicidio può essere stato figlio di qualche fuga di notizia in merito all’inchiesta, un peso che Caso non avrebbe sopportato decidendo di mettere fine alla sua vita. Infatti, pochi giorni dopo si scoprì che era formalmente indagato nel procedimento e secondo i primi accertamenti avrebbe avuto anche un ruolo non marginale nella vicenda.

Naturalmente con il decesso sono cadute le accuse e Caso non ha mai riportato alcuna condanna, né rinvii a giudizio. Nei guai, invece, ci sono altre sei persone tra cui Gennaro Sambuco, 27enne residente a San Gennaro Vesuviano e che aveva provato a scappare all’estero prima che le forze dell’ordine potessero andare a cercarlo. La sua fuga, tuttavia, durò davvero poco: il giovane venne rintracciato su un autobus di linea a Ventimiglia, da cui avrebbe provato a superare il confine italiano nel tentativo di allontanarsi e di sfuggire alla cattura. Con lui c’era anche una donna romena di 33 anni, anche lei inquisita e che sarà processata. Irina Ana Cristea, tra l’altro, è stata di recente espulsa dal prefetto di Napoli per essere stata nuovamente colta in fallo in merito alla gestione della prostituzione a Poggiomarino.

Naturalmente il procedimento di espulsione avrà degli intervalli per consentire alla donna di essere regolarmente giudicata dai tribunali italiani. Le altre persone alla sbarra sono invece Felice Di Palma, 30 anni di Poggiomarino, Michele Sambuco, 22 anni di San Gennaro Vesuviano e fratello dell’indagato principale Gennaro, Vasilev Yanakiev Sashko, 47 anni, bulgaro residente a Striano e Salvatore D’Ambrosio, 67 anni di Poggiomarino. Il cerchio si sarebbe chiuso eventualmente con Orazio Caso.

A procurare le ragazze da “esporre” sui marciapiedi era secondo l’accusa la donna romena, mentre ad incassare gran parte dei profitti era Gennaro Sambuco, che si serviva di alcune delle persone sotto processo per incassare le somme. Nei guai anche il titolare di un piccolo hotel cittadino molto frequentato da giovani stranieri e che secondo il pubblico ministero avrebbe consentito prestazioni sessuali tra “lucciole” e clienti.