«A mani libere e piene di umanità, come quelle di Anatolij»: è quanto scrive il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, in un messaggio in ricordo di Anatolij Korol, il cittadino ucraino di 38 anni ucciso sabato sera mentre cercava di sventare una rapina in un supermercato di Castello di Cisterna.
Nel messaggio il presule invita a «raccogliere il testimone» del gesto dell’ucraino e chiede ai responsabili del delitto «il coraggio di prendere atto del male che hanno fatto e di assumersi tutta la responsabilità del gesto che hanno compiuto: se recupereranno tale coscienza – scrive il vescovo – dimostreranno che nel loro cuore c’è ancora un seme di umanità».
Domenica sera Depalma, che avrebbe voluto celebrare i funerali dell’uomo che è di credo ortodosso, officerà una cerimonia religiosa nella chiesa di Castello di Cisterna, per «affidare al Signore il buon Anatolij, pregare per i suoi cari, invocare la pace per la nostra terra. Anatolij – scrive ancora monsignor Depalma – era giunto in questo nostro territorio per vivere con la sua famiglia una vita più dignitosa: vi ha trovato la morte, seppure da eroe. Dobbiamo raccogliere il suo testimone, non possiamo lasciare che il suo gesto venga dimenticato, così come non possiamo dimenticarci della sua famiglia, della giovane moglie e dei figli».
Il presule definisce Anatolij “fratello”, ricorda che era «generoso e coraggioso» e sottolinea che «dinanzi al sopruso non ha scelto l’indifferenza, non si è voltato dall’altra parte, ma ha detto sì alla vita, quella di quanti come lui erano andati a fare la spesa quotidiana, come lui erano entrati in quel supermarket con un proprio figli».
«Come pastore di questa Chiesa locale – conclude Depalma – in nome di Dio, sento di dover alzare la voce contro tutte le forme di criminalità che costringono a vivere nella paura, che offendono questa nostra terra impedendole di camminare con gioia verso il futuro. Non possiamo però rassegnarci, non possiamo lasciare che sia la logica del malaffare a guidare le nostre scelte: Anatolij ha ricordato a noi tutti che il bene comune è tale perché la sua cura dipende da gesti di corresponsabilità! La storia umana di questa nostra terra non può essere scritta dalla mano armata di Caino: essa – conclude – può essere scritta da mani libere e piene di umanità».