«Ieri ed oggi numerosi cittadini hanno telefonato alla nostra sala monitoraggio, diversi di loro  evidentemente turbati da quanto appreso, per segnalare notizie allarmanti sui nostri vulcani  provenienti da alcune testate giornalistiche e tv. A tutti ribadisco che l’Osservatorio Vesuviano, sezione di Napoli  dell’Ingv, è l’unico Ente che rileva e studia sistematicamente e con continuità i dati di  monitoraggio delle aree vulcaniche campane: Vesuvio, Campi Flegrei ed Ischia, ed emette  periodicamente Bollettini che contengono tutte le informazioni rilevanti, nonché le eventuali  variazioni di attività, su questi vulcani», spiega il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Giuseppe De Natale.

«I nostri bollettini sono disponibili a tutti, perché  pubblicati nelle sezioni specifiche del sito web. Pertanto, ogni informazione sullo stato dei vulcani campani che non provenga da canali ufficiali dell’INGV potrebbe riportare l’opinione  personale di qualche singolo ricercatore, italiano o straniero, oppure di qualche giornalista,  politico o semplice cittadino, ma non riflette in alcun modo la visione ufficiale dell’Ingv che,  come si è detto, è l’unico Ente che rileva e studia in maniera continua, sistematica ed in tempo  reale, lo stato dei vulcani. I cittadini quindi, e gli stessi giornalisti, se desiderano avere notizie certificate ed aggiornate  sullo stato dei vulcani campani, possono consultare il nostro sito o rivolgersi ai colleghi di turno presenti in sala monitoraggio “h24”. Il nostro istituto è sempre disponibile ad informare correttamente ed a rispondere a  qualunque domanda dei cittadini e dei media, relativamente allo stato dei nostri vulcani».

«Nello specifico, a commento delle notizie diffuse dai media e che hanno  evidentemente causato ansia e preoccupazione in una parte di popolazione, si rileva – spiega De Natale – che non esiste alcun lavoro pubblicato dalla rivista Nature a firma congiunta dei ricercatori citati dai media; Il Vesuvio è un vulcano attivo, come i Campi Flegrei ed Ischia, quindi non c’è bisogno di  alcuna nuova scoperta per sapere che prima o poi potrà eruttare; possibile eruzione  che però non è sicuramente imminente, visto che non c’è alcun segnale che distingua l’attuale attività da quella degli ultimi 71 anni, ossia quiescenza».