Ancora prima di Natale, ad oltre una settimana da Capodanno, i botti killer fanno la loro prima vittima nell’area vesuviana. Si tratta di un ragazzino di appena dodici anni, che maneggiando e facendo esplodere un petardo ha perso un dito della mano destra, riportando ferite sparse su tutto l’arto ed anche parzialmente al torace. Un vero e proprio dramma quello vissuto a Poggiomarino, dove purtroppo continua la triste abitudine dei giovanissimi di utilizzare fuochi d’artificio fuorilegge perché troppo pericolosi, “giochi pirotecnici” che vengono venduti e fabbricati naturalmente in maniera del tutto abusiva e che purtroppo mettono a rischio la salute e la stessa vita di chi si trova ad usarli.
E non sembrano mai essere sufficienti gli appelli di tutti, in primis delle forze dell’ordine, che chiedono di non adoperare botti illegali. Un appello a cui il bambino poggiomarinese non ha risposto. Il fatto si è verificato domenica sera intorno alle 19, nella zona di via Enzo Giugliano. Il dodicenne stava giocando con alcuni coetanei, e purtroppo il divertimento consisteva proprio nel fare detonare grossi fuochi d’artificio. Un malfunzionamento del dispositivo artigianale ha provocato il patatrac: il petardo è esploso nella mano destra del ragazzino, mozzandogli quasi del tutto l’indice, e lesionando le altre dita.
In un attimo si è scatenato il panico: il sangue ha cominciato a scorrere ed a zampillare copioso e le urla di paura e dolore del ragazzino hanno attirato decine di persone, mentre gli amici sono corsi ad informare i genitori dell’accaduto. Il dodicenne è stato immediatamente trasportato con un’autovettura privata presso il pronto soccorso dell’ospedale Martiri del Villa Malta di Sarno, dove qualcuno ha anche portato ciò che restava del dito saltato in aria a seguito dell’esplosione del potente botto.
Qui il giovanissimo è stato subito curato e medicato, oltre che alla mano anche a parte del braccio ed al petto su cui sono state riscontrate delle ustioni dovute alla deflagrazione. Tanto il sangue perso da parte del povero bambino, che è stato a lungo nel nosocomio sarnese, prima di essere trasferito nel più attrezzato ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove tuttora si trova ricoverato per “smaltire” gli effetti dello scoppio e per recuperare dal trauma fisico e psichico. Accanto al dodicenne restano i genitori, persone perbene e che certamente non sapevano dell’utilizzo da parte del figlio di botti killer. Resta la mutilazione, purtroppo, anche se secondo i medici – viste le dimensioni del petardo – poteva addirittura andare peggio.
I sanitari del Santobono confidano di dimettete presto il ragazzino per consentirgli di trascorrere il Natale a casa con la famiglia, mentre sul drammatico episodio stanno indagando i carabinieri della stazione di Poggiomarino. Gli uomini del maresciallo Andrea Manzo stanno ascoltando il ragazzino ferito ed i suoi amici per provare a risalire alla provenienza del petardo.