Mentre in provincia di Salerno c’è un sindaco che ha vietato ai maggiori di 14 anni di travestirsi per Carnevale, nell’area vesuviana è tutto “libero”. Quest’anno, infatti, non si è registrato il valzer delle ordinanze: nessuno ha proibito la vendita e l’utilizzo di bombolette spray, fialette maleodoranti e soprattutto uova e farina, che a differenza degli altri “congegni” carnascialeschi non sono vietati a prescindere.

L’unico dispositivo emanato in tutta la zona ai piedi del vulcano è arrivato dal primo cittadino di Somma Vesuviana, Pasquale Piccolo, che tuttavia non ha fatto altro che chiudere le scuole del territorio per lunedì e per il martedì di Carnevale. E lo ha fatto proprio perché lasciarle aperte, avrebbe comportato «pericoli» per gli alunni a causa dell’utilizzo delle bombolette, delle fialette e delle probabili azioni vandaliche perpetrate dai giovanissimi. Nessun accenno, però, alla vendita dei prodotti che “sporcano” le strade e che mettono a repentaglio la salute di chi le adopera e di chi ne viene colpito.

Insomma, a differenza degli ultimi anni, si avverte una sorta di resa da parte dei sindaci dell’area vesuviana, che per lungo tempo avevano emanato provvedimenti per proibire addirittura la vendita di uova e farina ai minori di 14 anni, pena una multa da pagare per i genitori ed anche per i commercianti pizzicati a violare il dispositivo.

C’è però da considerare che l’utilizzo delle bombolette, così come rovinare il patrimonio pubblico, resta un reato anche senza ordinanze. Insomma, provvedimenti inutili o l’impossibilità di fare rispettare i divieti? Fatto sta che quest’anno non è arrivato alcun tentativo di provare a fermare le intemperanze, quasi una sorta di “via libera” a chi esagera con gli scherzi. Tutto salvo questi ultimi giorni, quando qualche fascia tricolore potrebbe rilanciare con dispositivi dell’ultimo minuto.