A poche settimane dal sopralluogo delle telecamere di “Striscia la Notizia” e a distanza di oltre otto mesi dal suo primo insediamento (il 16 maggio 2015), ha replicato ieri mattina l’assemblea pubblica della commissione speciale composta da gruppi politici, tecnici, associazioni, comuni cittadini. Tutti i soggetti interessati si sono confrontati e hanno discusso nella sala consiliare del comune di Striano sull’annosa questione del comparto edilizio ex 219.
A trent’anni di distanza dalla loro realizzazione, dalla mancata assegnazione e infine dal progressivo e irreversibile degrado che li ha resi nel tempo di fatto inutilizzabili, gli alloggi dell’edilizia popolare di via Farricella pare avranno, finalmente, un destino definitivo. Dovrebbero essere gettate – dunque a breve – le basi per la stesura di un piano di intervento volto a riqualificare definitivamente il comparto delle palazzine ex-219, integrandolo urbanisticamente e socialmente con tutto il contesto che lo circonda.
Nel corso dell’assise pubblica sono emersi, dopo aver in questi mesi superato le comprensibili divergenze politiche e tecniche dei vari componenti della commissione, alcuni punti fermi: l’intero complesso edilizio resterà un bene immobile inalienabile (per quanto concerne i lastrici solai) con l’impegno dei soggetti privati a curarne gli impianti e i pannelli solari (a basso impatto ambientale). L’abbattimento come linea progettuale di azione, sembra alla fine prevalga sulle opzioni di ricostruzione o recupero dell’esistente, valutate come più lunghe nel tempo ed economicamente più onerose.
Per le risorse economiche si attende, a breve, lo stanziamento di fondi locali – rientranti nel Piano casa regionale per l’edilizia in degrado – previsti oltre che per il comune di Striano, anche per la stessa area di Napoli e altre località come Nola. Infine sono emerse interessanti proposte e suggerimenti soprattutto sulla destinazione d’uso dell’ex area 219. Nel progetto d’intervento, che intende integrare tra loro alloggi pubblici, locali commerciali, centri di servizio e aree verdi, non meno di un terzo dell’area (oggetto probabile anche di un aumento della sua volumetria) sarà riservato al’ “social housing”, la realizzazione di alloggi pubblici da destinare alle famiglie meno abbienti.
Il sindaco Rendina ha poi sintetizzato i vari interventi: «L’area ex-219 rimarrà di proprietà del paese. Resterà un’area pubblica che non in vendita e su di essa non ci sarà nessun tipo di speculazione. La cittadinanza verrà chiamata a decidere anche sul Puc (Piano urbanistico comunale fermo ormai da decenni ndr) che sarà realizzato nell’interesse del territorio. Il tutto avverrà in tempi brevi, poiché è il frutto di una visione di scopo generale, e non di interessi privati. Da qui a qualche mese – conclude Rendina – ci saranno sul territorio circa 40 appartamenti da destinare all’edilizia popolare; ad essi ne potranno essere aggiunti altri 100. Tutto ciò grazie al piano casa per l’edilizia degradata». Il tempo delle chiacchiere sembra essere finito, il pragmatismo dovrà ora fungere da volano per un importante progetto atteso a Striano da decenni.