Marcello Nappo è uno dei candidati a sindaco di Poggiomarino e parteciperà alle elezioni in programma a fine primavera. È uno dei volti del centrodestra che in questa tornata sarà pesantemente spaccato, propendo tre o addirittura quattro aspiranti sindaci che partono praticamente alla pari.
A lui il compito di provare a riunire le anime, dunque, quantomeno al ballottaggio, che con tanti candidati appare già oggi una appendice inevitabile per i cittadini di Poggiomarino.
Lei è stato uno dei primi ad essersi candidato alle prossime elezioni di Poggiomarino. Il suo progetto nasce al di fuori dei partiti. Ma lei è anche contro di loro?
«Assolutamente no. C’è stata solo confusione in seguito ad un articolo pubblicato da un quotidiano locale, a cui ho inviato una lettera di rettifica, nel quale il giornalista ha completamente travisato la mia risposta ad una sua domanda. Domanda che indicava i motivi della spaccatura del centrodestra a Poggiomarino. Ed io rispondevo sottolineando che il centrodestra locale paga una mancanza di coordinamento che riflette anche le difficoltà in cui versano i partiti a livello regionale e nazionale».
Quindi nessun attacco a Forza Italia
«Non solo nessun attacco a Forza Italia e ai suoi vertici ma nessuna critica ad alcun partito. D’altra parte il mio progetto non mi induce ad entrare nelle logiche partitiche. E poi come si fa a definirmi un “Berluscones”, come si legge nel pezzo in questione, se io non sono iscritto a Forza Italia? È stata una forzatura dettata forse dalla mia pregressa militanza politica orientata di più verso il centro destra».
Secondo lei perché Poggiomarino dovrebbe far vincere il suo impegno? E in cosa l’amministrazione Annunziata ha sbagliato?
«Per il mio nuovo modo di intendere l’impegno politico. A tempo pieno, sarò un amministratore al servizio di Poggiomarino e dei suoi disagi. Grandi o piccoli non fa alcuna differenza. Insomma proprio ciò che non ha fatto Leo Annunziata con la sua squadra di governo che si è chiuso in Municipio rinunciando al confronto con i cittadini. Le istanze di comitati di quartiere e residenti di aree difficili sono rimaste inascoltate. Non solo. Troppi fondi spesi male. L’esempio è la scuola media che si stava costruendo per ospitare gli alunni della “De Filippo”. È ferma da anni e, intanto, si continua a pagare un fitto per locali che, oltretutto, non sono più idonei ad ospitare una scuola».
Poggiomarino ha più bisogno di politica o di cittadinanza attiva?
«Di ambedue perché sono categorie che si completano. La Politica deve attivarsi per ascoltare i problemi delle persone, intercettare fondi regionali ed europei, far sentire la voce di un Comune oltre i propri confini territoriali, produrre servizi alle persone e alle fasce deboli e promuovere le sue eccellenze. La cittadinanza attiva, invece, rappresenta la vista e l’udito di una città viva. La partecipazione di singoli cittadini e associazioni che operino per l’interesse della comunità, con la mia amministrazione, avranno le porte spalancate in municipio».
Da queste elezioni i residenti delle periferie si aspettano molto. Soprattutto in termini di miglioramento della qualità della vita.
«Questa città non ha due velocità o due classi di abitanti. Poggiomarino è una ed è nostra. Ed io voglio imparare ed ascoltare i problemi di ogni area di cui è composta dai residenti, dai comitati di quartiere e dai commercianti. Dunque, sia prima sia durante la campagna elettorale, programmerò una serie di iniziative ed incontri per vivere a pieno le diverse tipologie di disagi che presenta la nostra città».
Due parole ricorrono durante gli incontri che lei ha avuto fra i suoi sostenitori. Giovani e normalità
«Gli eredi delle nostre città rientrano nella generazione nata fra gli anni ‘80 e ‘90. Una generazione nata e cresciuta sfiduciata dal peggio della politica nazionale e locale. Per quanto mi riguarda, se ai ragazzi si dimostra che in un candidato non ci sono doppi fini ma solo trasparenza, impegno ed onestà, forse si può recuperare l’entusiasmo e la partecipazione che servono ad una comunità per risorgere. Poggiomarino non ha bisogno di qualcosa di eccezionale o promesse clamorose. Necessita solo di normalità per essere un buon posto in cui vivere».
L’attualità, però, ne evidenzia anche un’altra: gli sversamenti di rifiuti
«Per risolvere il problema dell’abbandono dei rifiuti e dei roghi tossici pensiamo di intervenire aumentando i sistemi di controllo a distanza sul territorio e favorendo forme di collaborazione con i comuni limitrofi che favoriscano un controllo totale del territorio».
Queste elezioni possono segnare un cambiamento per Poggiomarino?
«Mi auguro che la mia comunità faccia sentire forte il desiderio di voltare pagina. Un desiderio che registro negli incontri che sto avendo per questa campagna elettorale. In cuor mio coltivo un sogno che è quello di poter dimostrare che esiste un altro modo di fare politica e di interessarsi della cosa pubblica».