La norma esiste già, da diversi anni. Niente macchine fotografiche, né altri strumenti che consentano di scattare fotografie all’interno delle cabine in cui si vota. E stavolta, in questo turno di ballottaggio a Poggiomarino, si fa davvero sul serio per evitare eventuali volontà di inquinare il voto. Quello della foto, si sa, è uno dei modi con cui il presunto elettore “venduto” può certificare e rendere palese la sua preferenza segreta.

Al primo turno, nella città vesuviana, non era andata così. Molti dei presidenti di seggio non si facevano consegnare gli smartphone dagli elettori, e chi ha voluto ha potuto probabilmente fotografare la propria scheda, ammesso che qualcuno abbia avuto bisogno di farlo. È stato il sindaco uscente, Leo Annunziata, impegnato nel ballottaggio contro Maurizio Falanga, a chiedere più volte dal palco dei comizi il rispetto di questa legge.

Ed oggi, in tantissimi dei 17 seggi cittadini, prima di entrare in cabina bisogna consegnare il telefono. Una disposizione giunta anche attraverso i carabinieri della stazione locale, che hanno chiesto ai presidenti e scrutatori l’osservanza di questa norma.