«Soltanto una tragica fatalità ha portato il Metrostar a schiantarsi in quella curva maledetta. L’errore di distrazione non c’entra nulla». A ventiquattr’ore dalla requisitoria del pubblico ministero Valentina Rametta, la difesa del macchinista Giancarlo Naso ha già preparato la contromossa così come pubblicato dal quotidiano Roma.

Nel mirino, incassata la richiesta dell’accusa a otto anni di carcere, c’è la piena assoluzione del macchinista 51enne. E secondo il Roma il legale del lavoratore sta operando sui tabulati telefonici per mostrare che in quel momento il conducente del treno non era affatto distratto dall’utilizzo del cellulare o da altro.

«I tabulati parlano chiaro – avverte l’avvocato Sergio Cosentini – L’unico cellulare che quel giorno si trovava nella disponibilità del mio assistito era quello aziendale. Tutte le chiamate sono state effettuate per ragioni di servizio e nessuna in prossimità temporale del sinistro. Per questa ragione, nel corso della requisitoria conclusiva, chiederemo la piena assoluzione».

«È stato dimostrato in tutte le sedi – prosegue Cosentini – come Naso, all’interno dell’azienda, fosse considerato un attento ed esperto macchinista. Lui stesso è stato a sua volta vittima di quell’incidente e soltanto per un vero miracolo è riuscito a sopravvivere. Ha inoltre subito prestato soccorso ai viaggiatori presenti a bordo e non si è mai sottratto alle proprie responsabilità nel corso del dibattimento. La pena richiesta dalla pubblica accusa è stata certamente esemplare, ma noi confidiamo ancora nell’operato del collegio giudicante».