Questa del 2016 sarà certamente ricordata come la campagna elettorale dei veleni. Poggiomarino, soprattutto sui social network, si è trasformata in un campo di battaglia e sarà complicato che alcune affermazioni non avranno in seguito anche uno strascico giudiziario. Per fare peggio, insomma, bisognerebbe soltanto venire alle mani e speriamo non accada. Eccomqualche post che aiuta a fare comprendere il clima, ma abbiamo scelto solo tra i candidati, perché a volere riportare anche quelli di alcuni “tifosi” si sarebbe rasentato l’odio sociale.
Apriamo con una sorta di appello di Michele Cangianiello, il segretario cittadino del Pd e più votato al primo turno tra i candidati consiglieri: «Ora la decisione. Nel momento delle scorrettezze, delle più becere falsità e dei tentativi di recuperare consensi attraverso le menzogne, i cittadini si apprestano a scegliere il loro futuro e quello di Poggiomarino. Sulla scia del solco di proposta e costruzione tracciato in tutta la campagna elettorale, vi chiedo di non demordere, di continuare a professare la trasparenza e la legalità. Il 19 giugno abbiamo davanti la più grande delle sfide, non contro gli avversari, ma contro il regresso ed il ritorno al passato e vinceremo solo grazie al contributo di ognuno di voi. Domenica 19 giugno stringiamoci intorno a Leo Annunziata sindaco di Poggiomarino e procediamo spediti verso il futuro».
Più vecchio, invece, il messaggio lasciato da Gennaro Velardo, consigliere comunale uscente e che si riconfermerebbe davanti ad un successo di Annunziata: «Parlano di una campagna elettorale tranquilla e educata poi ci mandano i ragazzi al comizio a fare sceneggiate. Mi chiedo in 5 anni poteva venire anche al comune e parlare invece si è vista la sua intenzione. Vi ripeto c è solo un sindaco che può insegnare educazione umiltà e soprattutto rispetto e si chiama Leo Annunziata. Volete provare a copiarlo ma non è stile vostro come diceva Totò signori si nasce». Velardo si riferiva ad una timida protesta avvenuta durante il comizio a Fornillo, dove un cittadino aveva parlato di “puzza” che la fa da padrona nel quartiere della vasca. Si è appreso poi che quel cittadino era candidato con Forza Italia, ma alla fine ha totalizzato zero preferenze.
Si passa dall’altra parte ed è un messaggio recente, di questa mattina, praticamente una denuncia. A farla è il “colonnello” di Maurizio Falanga, Francesco Parisi, uno dei grandi esclusi comunque vadano le cose e nonostante un mare di voti: «Si promettono assessorati o disponibilità alle richieste di non eletti di altri schieramenti, compresi ai nostri, ma una domanda mi sovviene: Non avete già non eletti vostri che giustamente dovrebbero essere garantiti? Politica paesana di un passato che sembra non volerci abbandonarci. Fermiamo il passato».
E poi c’è l’ex sindaco Vincenzo Vastola, alleato sempre di Falanga anche se non direttamente candidato: «Siamo tornati 50 anni indietro. Quando “la politica del biliardo pizza e birra” nel periodo pre-elettorale prevedeva lampioni e piccoli rappezzi di asfalto soprattutto nelle strade e nei vicoli privati. Sveglia Poggiomarino».
Infine un pensiero, questo però poco velenoso, lasciato da colui che poi sarebbe stato il più votato tra le liste del candidato sindaco Francesco Nappo detto Marcello, Giuseppe Orefice: «Abbiamo condotto una campagna elettorale all’insegna della serenità. Una forza d’animo, che ci è derivata dalla consapevolezza di aver fatto la scelta giusta. Una scelta legittimata fortemente dai sacrifici, politici e personali, che molti dei nostri hanno fatto, a differenza dei tanti che, invece, hanno preferito barattare la dignità con la semplice possibilità di ottenere lo strapuntino del seggio in consiglio. Perché i principi non si mercanteggiano, e non si negoziano gli ideali. Adesso fate un po’ voi».