Un contenzioso di quasi mezzo milione di euro, che decenni addietro il Comune versò per la realizzazione degli alloggi popolari di via Carlo Alberto Dalla Chiesa, soldi che adesso rischiano davvero di non rientrare più nelle casse di Palazzo De Marinis. Il “conflitto giudiziario” è infatti arrivato al terzo grado, alla suprema corte di Cassazione, l’ultima spiaggia per la residenza municipale vesuviana. E si tratta di una vertenza nata in qualche modo vent’anni fa.
Ma cosa accadde e perché il Comune di Poggiomarino chiede qualcosa come 470mila euro all’Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Napoli? Tutto risale alla realizzazione delle cosiddette palazzine costruite nella strada che collega la centrale viale Manzoni all’attuale sede cittadina dell’Asl. All’epoca l’Amministrazione mise a disposizione i suoli per cercare di mitigare l’emergenza abitativa, un fenomeno che nemmeno a dirlo è tuttora presente in tutto l’hinterland partenopeo.
Ovviamente quella zona non era tutta demaniale, ma c’erano terreni ed altri beni immobili che andavano espropriati per consentire la costruzione in totale di un centinaio di abitazioni, di cui Poggiomarino ebbe l’opportunità di destinare una parte alle proprie famiglie indigenti, mentre altri nuclei giunsero da centri come Torre Annunziata, Ercolano e Boscoreale. Insomma, per accelerare la pratica, il Comune decise di anticipare i soldi degli espropri pubblici da destinare ai proprietari del periodo di fondi e aree verdi su cui bisognava costruire. Una cifra che è stata appunto quantificata nell’attuale scarso mezzo milione di euro.
Ad oggi quelle abitazioni non solo sono una realtà, ma sono stati assegnate, occupate, vissute ed anzi dovrebbero anche essere oggetto di una manutenzione piuttosto efficace viste le condizioni di alcune parti dei fabbricati. Insomma, se da un lato si vedono già i segni dell’usura negli alloggi, dall’altro Poggiomarino non ha ancora ricevuto indietro l’importante somma economica sborsata e che rischia seriamente di perdere per sempre.
La “patata bollente” esplose nel 2008, a grossa distanza dunque dall’operazione, quando l’Amministrazione di allora si rese conto, forse troppo tardi, di quel credito. Il tribunale di Torre Annunziata, infatti, diede ragione all’Iacp condannando anche Palazzo De Marinis a pagare una penale. Il Comune ci ha riprovato nel 2010, rivolgendosi alla Corte di Appello di Napoli, che tuttavia ha rigettato il ricorso proposto dall’avvocatura comunale poggiomarinese. Ora c’è l’azione del sindaco Leo Annunziata e della sua Giunta, che intendono giocarsi le ultime carte con la Cassazione nella speranza di recuperare 470mila euro.