Continuano a ritmo serrate le indagini sulla “stesa” – che ha tutto il sapore di camorra – contro il Bar Giugliano di Poggiomarino. I carabinieri della locale stazione e quelli di Torre Annunziata sono ancora impegnati a visionare le immagini di videosorveglianza catturate nella zona nel momento in cui sono avvenuti gli spari: non c’è tuttavia – almeno fino ad ora – un fotogramma che mostri però gli esterni della caffetteria di via Iervolino quando sono partiti i due colpi di arma da fuoco contro il locale gestito dal figlio del boss Antonio Giugliano detto “O Savariello”.
Intorno all’1,40 della notte in cui si è consumato il raid, sono almeno una decina i veicoli a due e quattro ruote che sono transitati lungo l’arteria che tra l’altro è di congiunzione con le località limitrofe di Striano, Palma Campania e San Giuseppe Vesuviano, oltre ad essere una porta d’accesso con il vicino svincolo della Statale 268. Insomma, si tratta di un pezzo di città quasi mai isolato, neppure nel cuore della notte. La ricerca non è quindi facile per gli uomini del maresciallo Andrea Manzo e per gli investigatori della compagnia di Torre Annunziata.
Le attenzioni si starebbero concentrando particolarmente su due autovetture ed uno scooter ma si tratta al momento soltanto di mere ipotesi da seguire. Resta però l’agguato che secondo gli investigatori è di chiara matrice intimidatoria, anche se l’altezza degli spari è stata molto pericolosa, facendo addirittura pensare per un momento che chi ha esploso i colpi volesse comunicare qualcosa di più del normale avvertimento.
Tuttavia si propende a pensare per l’errore di mira, anche perché a separare la carreggiata dall’attività commerciale ci sono almeno cinquanta metri di marciapiede da percorrere. Fatto sta che un proiettile si è conficcato a poca distanza da una delle persone presenti nel bar e che si trovava seduta ad un tavolino interno. Le tre persone (un dipendente e due clienti) sono state più volte sentite dai militari dell’Arma, ma hanno ripetuto sempre la stessa versione: quella di essere scappati sul retro della caffetteria nel momento in cui hanno avvertito gli spari infrangersi contro i vetri.
Una corsa di terrore e che chiaramente non ha consentito ai tre di potere voltarsi di spalle per intravedere almeno qualche traccia di chi ha eseguito l’intimidazione. Intanto è caccia anche per cercare di comprendere chi sia il mandate del raid: secondo quanto in possesso dell’Antimafia non ci sarebbero altri clan sul territorio oltre ai Giugliano, tra l’altro “satellite” dei più potenti Fabbrocino. L’impressione è che ci possa essere qualche “cartello” dell’agro-nocerino-sarnese che intenderebbe mettere radici anche a Poggiomarino e che con gli spari contro il bar di via Iervolino avrebbe lanciato il guanto di sfida, un guanto che rischia purtroppo di sporcarsi ancora di fuoco se non addirittura di sangue.