L’inchiesta è la stessa ma il farmacista di San Giuseppe Vesuviano, Francesco Claudio Cerciello, non è indagato per farmaci salvavita di provenienza illecita bensì per il Cialis, un meno noto parente del Viagra che permette di ottenere l’erezione a soggetti affetti di disfunzioni erettili; dunque non si può dire che il professionista sangiuseppese trattasse antitumorali o simili di dubbia origine.
In tal senso a fare chiarezza è l’ordinanza del tribunale che indaga appunto Cerciello perché «al fine di tratte profitto per sé o per gli altri acquistava o comunque riceveva prodotti farmaceutici di provenienza illecita e segnatamente 28 confezioni di Cialis». E ancora, insieme all’informatore medico Giorgio Vacca, Cerciello «compiva operazioni volte ad ostacolare l’identificazione della provenienza del farmaco Cialis nonché di specialità mediche chiamate “100 cose” mediante la redazione di documenti contabili come fatture false». Naturalmente le accuse, come in tutti i provvedimenti, sono ancora da dimostrare in sede giudiziaria.
In tal senso il legale del farmacista sangiuseppese, l’avvocato Tullio Gesuè Rizzi Ulmo scrive quanto di seguito integralmente riportato:
La presente, in nome e per conto del dott. Francesco Claudio Cerciello al fine di chiedere la rettifica dell’articolo comparso sul numero on line del 13 giugno 2017 a firma di Pasquale Carotenuto titolato “Vergogna medicinali salvavita, tra gli indagati anche un farmacista di San Giuseppe Vesuviano”. Infatti, l’articolo in questione riporta notizie assolutamente non vere e gravemente lesive della dignità del mio assistito il cui nominativo viene, del tutto erroneamente, associato ad una vicenda di “Farmaci salvavita rubati e rivenduti a metà prezzo ad attività compiacenti. In particolare sono destituiti di ogni fondamento i passaggi dell’articolo in questione nei quali il dott. Francesco Claudio Cerciello viene accusato di “aver approfittato dei prezzi più bassi per fare la cresta sulle cure tumorali” nonché di aver acquistato “farmaci salvavita a prezzi vantaggiosi perché oggetto di furto e reati predatori”. Vi chiedo, dunque, di voler provvedere alla immediata rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce.