Spenti i roghi nel Parco del Vesuvio, sale la conta dei danni. Oltre agli ettari di macchia mediterranea e alla strage di animali, le fiamme hanno ucciso quasi 50 milioni di api. È il dato che emerge da una prima analisi di Coldiretti in base alle segnalazioni degli apicoltori dell’area vesuviana, in particolare nella zona di Ercolano. Un numero destinato a crescere a causa degli effetti del fumo sugli sciami sopravvissuti.
Gli esperti del Conaproa (Consorzio Nazionale Produttori Apistici) calcolano una perdita ulteriore di almeno il 20% di insetti che hanno perso l’orientamento e quindi sono morti. «Un danno enorme per la biodiversità – spiega Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Napoli e Campania – visto il ruolo fondamentale che le api hanno nell’ecosistema. L’incendio colpisce un comparto già fortemente messo in crisi dalla siccità. Non si è persa solo la produzione di miele e polline di quest’anno, bruciata insieme alle arnie, ma una così drastica riduzione di api mette in seria difficoltà anche quella del prossimo anno. Le api erano già in sofferenza per le scarse precipitazioni che hanno ridotto la disponibilità di fiori, con conseguenti interventi di sostegno con acqua e zucchero».
La strage di api ha coinvolto anche i nuclei di fecondazione. L’azienda La Fattoria Biagino, uno dei maggiori produttori dell’area vesuviana, ha visto andare in fumo quasi 100 nuclei di riproduzione, vere e proprie casseforti genetiche su cui questi apicoltori lavorano da decenni, partecipando a convegni internazionali proprio sulla salvaguardia del patrimonio genetico.