Alfredo Pietroluongo – responsabile del Pronto Soccorso del Loreto Mare – decide di chiarire una volta per tutte il contenuto di quella lettera e lo fa attraverso una missiva chiarificatrice che Stylo24.it pubblica in esclusiva. Uno scritto per spiegare una volta per tutte, il contenuto e l’intenzione di quell’altra lettera, quella che lo stesso medico aveva indirizzato la mattina del 17 agosto al direttore sanitario del Loreto Mare.

La prima precisazione è sulla sorte di Antonio: «Scafuri è deceduto poiché le sue condizioni erano gravissime; la morte non ha niente a che fare con i ritardi che si sono comunque registrati; la lettera interna indirizzata al direttore sanitario è stata consegnata e protocollata alle 9 del mattino, ore prima che il giovane morisse». Un postulato che diviene indipendente, secondo le parole del medico, da quello che è stato poi il comportamento del personale sanitario e parasanitario messo in atto quella notte.

Inoltre, accusa Pietroluogo, la lettera è stata fotografata non si sa da chi e subito diffusa su Facebook. «Non una denuncia rivolta contro il personale, così come è stata spacciata, ma la richiesta per una riunione interna per migliorare il servizio rivolto agli utenti», afferma Pietroluongo. «Non so in che modo quella lettera sia stata fotografata, e poi diffusa su Facebook e data in pasto all’opinione pubblica nazionale», dichiara ancora il medico profilando un iter «montato ad arte» compresa la parte sostanziale come la causa della morte di Scafuri.

Nel corso dell’intervista Pietroluongo sottolinea la questione della “mancata presenza di un anestesista a bordo dell’ambulanza durante il trasporto del giovane” presso un’altra struttura sanitaria, per essere sottoposto ad angioTac. Elemento quest’ultimo di cui Pietroluongo evidenzia la gravità. «Come sono gravi alcuni comportamenti registrati da parte del personale medico ed infermieristico durante l’excursus del giovane; per tale motivo ho scritto al dirigente sanitario, ma voglio sottolineare che quanto accaduto – sia i ritardi che i suddetti comportamenti – non hanno influito sulla sopravvenuta morte del ragazzo» ha concluso il medico mettendo in luce la sua verità dei fatti.