Giovedì 7 settembre è stata trovata l’intesa tra lo Stato e le Regioni sul riordino dell’offerta di gioco. Grazie a un emendamento, si dà il potere alle Regioni di combattere con serietà la ludopatia. Entro il 2018, infatti, dovrà essere tagliato circa il 35% delle slot machine, che passeranno dalle attuali 400mila a poco più di 250mila. Ci sarà anche maggiore controllo nei centri dove si pratica il gioco d’azzardo, come l’identificazione dei clienti e la videosorveglianza.

I numeri nella nostra regione. La Campania è una delle regioni più importanti dell’industria del gambling. Sono alti, infatti, i numeri riguardanti le sale da giochi e gli apparecchi che permettono l’azzardo. Parliamo di 537 punti di ritrovo, con 4505 videolottery e 32mila slot machine. Solo a Napoli, entro l’anno prossimo, dovranno scomparire 5mila macchinette, 11mila in tutto. Si tratta della regione che presenta il maggior numero di punti vendita per quanto riguarda la raccolta scommesse, il 20% di tutta la penisola italiana. La Campania è anche la regione con più giocatori d’azzardo minorenni e in cui si spendono più soldi per l’azzardo, 6 miliardi e 226 milioni, cioè – come riporta un articolo recente pubblicato da IlMattino – il 9% della spesa totale nazionale. Un emendamento, pertanto, che potrebbe avere un impatto importante e che potrebbe portare seri effetti positivi nel territorio campano, falcidiato dalla ludopatia.

I commenti del PD. Dal mondo politico sono arrivati molti commenti soddisfatti, soprattutto da parte del PD. Il senatore del Partito Democratico Franco Mirabelli ha dichiarato: “Con grande soddisfazione, apprendiamo la notizia dell’intesa nella conferenza Stato Regioni in ambito al riordino del settore dei giochi. Un passaggio storico a cui si arriva dopo tre anni di confronto tra Governo, Parlamento, Regioni ed Enti locali, che sana gli errori del passato e riduce significativamente la domanda e l’offerta di gioco. Tutto ciò è il risultato della volontà di confronto che il Governo ha manifestato e che non è mai venuta meno in questi anni, anche quando sembrava che non si potesse arrivare dove si è arrivati oggi.”

A fargli eco il coordinatore del decimo comitato della commissione Antimafia su gioco e sulla criminalità, Stefano Vaccari, anch’egli senatore del PD: “È molto positiva la notizia del raggiungimento dell’intesa, la quale ha richiesto tanto lavoro e tempo. Bisogna che l’unità di intenti espressa oggi venga messa al servizio dell’attuazione delle misure convenute, cominciando dall’innalzamento dei livelli di controllo, con cui sono state recepite le proposte formulate dalla Commissione Antimafia per intero, nella risoluzione sul gioco d’azzardo approvata nei due rami del Parlamento.”

“Vengono rottamate le macchinette più vecchie e rimpiazzate solo in parte da altre, le quali saranno collegate direttamente con i Monopoli di Stato che potranno controllarle da remoto. Le fasce di chiusura di queste attività, fino a sei ore consecutive al giorno, verranno stabilite dai sindaci, che disciplineranno anche la distanza da alcuni luoghi sensibili, come chiese e scuole. Nei punti gioco aumenterà anche la sicurezza e la qualità, visto che dovranno essere assicurati accesso selettivo, tramite l’identificazione del giocatore con documento e la videosorveglianza. Non ci saranno immagini eccessive che inducano al gioco e il personale dovrà avere una formazione anche sul contrasto al gioco d’azzardo” – il commento di Alessia Morani, vicepresidente del PD alla camera.

Ha espresso il suo parere anche Giovanni Lattanzi, responsabile welfare del Partito Democratico: “Dal Governo è arrivato l’ennesimo passo avanti per il bene degli italiani, essenziale al contrasto alla ludopatia. L’intesa dà via libera alla riforma, che porterà nel giro di tre anni a dimezzare i punti gioco, che passeranno da 100mila a circa 55mila, e a tagliare le macchinette del 35%. I minori non potranno accedere ai punti gioco, che saranno allontanati dai luoghi sensibili”.

Edoardo Patriarca, deputato PD, si è espresso così: “Mi auspico che le Regioni potranno intervenire con normative più restrittive, anche perché sono le autonomie locali che conoscono i loro territori. Dopo mesi di trattative, l’intesa di oggi è importante perché raggiunta all’unanimità.”

Il commento del Milton Friedman Institute. C’è spazio anche per il commento dell’Istituto Milton Friedman Institute, dedicato al premio Nobel per l’economia del 1986. “Siamo soddisfatti per il raggiungimento di una facile intesa, che riguarda un settore molto rilevante per l’economia nazionale. Attendiamo, fiduciosamente, che il Governo adotti il relativo decreto, svolgendo la propria attività nella maniera migliore. Auspichiamo, inoltre, che il decreto sia chiaro, nel rispetto delle autonomie locali e del principio di sussidiarietà, circa la necessità di una legislazione che sia quanto più uniforme possibile e in linea con i principi della Riforma approvata oggi”.