Un deposito di anfore, al momento formato da quattordici reperti immersi nel lapillo, è emerso a Pompei dagli scavi di uno dei tre ambienti individuati alle spalle della parte di struttura più nota della Schola Armatorarum, dove è in corso il restauro degli affreschi originali scampati al bombardamento del 1943 e dove, dallo scorso luglio, è stato avviato anche lo scavo degli ambienti retrostanti, mai prima indagati.

Le anfore rinvenute intatte, dovevano contenere olio, vino e salse di pesce: un’anfora presenta iscrizioni dipinte in cui si leggono numeri, a indicare i quantitativi, e, verosimilmente, il prodotto contenuto. L’uso come deposito dell’ambiente è confermato dai graffiti visibili su una delle pareti dell’ambiente, che ribadiscono l’attività di stoccaggio. Al termine dello scavo, previsto per il mese di dicembre, le anfore saranno ricollocate in situ nell’ambito del più ampio progetto di valorizzazione del museo diffuso che il Parco archeologico sta adottando in più aree degli scavi per ricontestualizzare i reperti nei luoghi di provenienza.