Il 20 ottobre 2017 la Regione Campania ha trasmesso al Comune di Pomigliano d’Arco le “Linee guida dimensionamento della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2018/2019”. L’ipotesi di dimensionamento della rete scolastica cittadina doveva pervenire alla Regione, tramite Città Metropolitana, entro il 17 novembre scorso e, a corredo della stessa, dovevano esserci i pareri di tutte le scuole interessate. Ebbene, nelle linee guida fornite dalla Regione vi erano bene espressi tutti i criteri cui attenersi per emanare la delibera di giunta comunale: caratteristiche del territorio, trend demografico, adeguatezza della rete di trasporti, sostenibilità economica delle scelte programmate, efficacia ed efficienza della distribuzione territoriale dell’offerta, raccordo della programmazione territoriale con le dotazioni di edilizia scolastica e della compatibilità con le risorse strutturali e strumentali disponibili.
La delibera approvata dalla giunta comunale di Pomigliano d’Arco teneva conto di ciascun criterio contenuto nelle linee guida e arrivava, il 16 novembre 2017, dopo incontri informali ed informali, dopo il coinvolgimento attivo della Consulta Comunale per la Scuola, dopo l’acquisizione del parere dei dirigenti scolastici delle scuole interessate (quattro a sostegno del piano cui stava lavorando l’amministrazione ed uno soltanto che sollecitava ulteriori approfondimenti). Votata all’unanimità, la delibera comunale, la 143 del 16/11/2017, viene trasmessa alla Regione Campania e alla Città Metropolitana il giorno successivo. Arriviamo al 28 dicembre 2017, quando la Regione Campania, con delibera dello stesso giorno, stabilisce di non approvare il provvedimento dell’amministrazione di Pomigliano con motivazioni che solo in un punto richiamano le linee guida regionali e con altre di cui non vi era alcuna traccia, invece, nelle suddette Linee Guida preventivamente trasmesse al Comune lo scorso ottobre.
«Proporremo ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale – dice il sindaco Lello Russo – perché nella delibera regionale si pongono criteri mai contemplati nelle linee guida e perché ci stiamo ancora domandando a quali criteri di trasparenza e di corretti rapporti istituzionali possa mai ascriversi quanto accaduto».