«Sino ad ora la campagna elettorale nazionale si è caratterizzata per urla, slogan, polemiche sterili e proposte con deficit di credibilità. Nei pochi giorni che restano al 4 marzo, vi esorto, con umiltà e fraternità, a osare un cambio di registro». Lo scrive in un messaggio il vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino, rivolgendosi ai candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo. «Vi esorto, se potete, a confidare di meno su un voto di opinione spinto dal dibattito nazionale e a incontrare più che potete quelle vite normali e apparentemente anonime e ordinarie che tengono in piedi il Paese – ha suggerito il presule – Un bagno tra la nostra gente, per scoprire o riscoprire con quale forza di volontà abbiano fatto fronte alle difficoltà del lavoro, con quale capacità intelligente e solidale i nostri concittadini si siano fatti carico delle attività produttive, delle cure, della casa, dell’assistenza ad anziani e disabili e dei servizi volontari».

Di qui l’invito: «Desideriamo una politica, e un ceto politico, che sappia ripartire dalle persone e dalle comunità e che sappia far emergere proposte e progetti dal vissuto reale delle famiglie, dalle attese e speranze dei giovani e del vasto mondo del disagio sociale». «A voi, candidati, propongo anche un altro passo in avanti rispetto al passato – ha aggiunto il vescovo – se sarete eletti, distinguete tra la battaglia politica che riguarda le parti che rappresentate e la tutela del territorio dal quale ricevete i voti per andare in Parlamento. Provate ad essere uniti, a condividere un minimo di visione e progettualità comune. Anche accompagnati dalla Chiesa e dalla comunità cristiana, cercate, da eletti dello stesso territorio, quel bene comune da perseguire insieme. Sarebbe una piccola profezia e aiuterebbe i cittadini a credere che la buona politica è ancora possibile».

Infine, facendo riferimento al momento dell’anno liturgico in cui cade la contesa elettorale, la Quaresima «tempo di riflessione, discernimento, silenzio, digiuno», Marino ha concluso: «Sono buone indicazioni per i cittadini tutti, gli elettori e i candidati. Per i cittadini, è l’occasione di fare un vaglio profondo non solo delle omissioni relative alla vita privata, ma anche delle omissioni che riguardano le proprie responsabilità sociali e comunitarie, politiche nel senso più ampio del termine. Per i politici, è l’occasione di “digiunare” dalla sterile tentazione di una poltrona fine a se stessa e per ritrovare la capacità di leggere questo tempo e servirlo meglio».