Avrebbero attivato posizioni finanziarie in banche a Bologna, in centro e a Borgo Panigale, e depositato vaglia postali “clone” che replicavano nei dettagli documenti originali emessi a favore di ignari clienti sardi, della provincia di Nuoro e non solo, di Poste Italiane. Documenti che, nonostante l’uso indebito, rimanevano nella disponibilità dei proprietari. Le somme accreditate sui conti, secondo gli investigatori del comparto di polizia postale e delle comunicazioni di Bologna, venivano riciclate mediante operazioni finanziarie virtuali verso strumenti come carte di credito ricaricabili. Avrebbero incassato così 40mila euro.

Autori di questo “sistema” due pregiudicati di Somma Vesuviana, N.G., 34 anni, e C.A., di 48, arrestati a Napoli nei giorni scorsi dagli agenti bolognesi e dai colleghi campani. Dopo mesi di indagini, scattate nel novembre 2017, nei confronti dei due è stato eseguito il provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip di Bologna Gianluca Petragnani Gelosi su richiesta del sostituto procuratore Michele Martorelli, per riciclaggio. A segnalare anomalie nei conti sono stati i dipendenti delle banche, alle indagini hanno contribuito anche gli esperti degli uffici antifrode di Poste Italiane. Gli investigatori hanno trovato i due in centro a Napoli: uno era ricercato perché indiziato di avere commesso fatti analoghi in altre province, aveva precedenti anche per rapina e da tempo si era reso irreperibile. Le somme, accreditate su conti appositamente accesi, venivano poi riciclate attraverso una serie di operazioni finanziarie virtuali verso altri strumenti quali carte ricaricabili, al fine di dissimularne l’origine delittuosa.