Scavi archeologici clandestini, tra Pompei e Paestum, con tanto di rivendita dei reperti. Finiscono sotto processo 14 tombaroli, accusati di associazione a delinquere finalizzata all’impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e ricettazione. Il procedimento sarà celebrato dinanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Tra gli imputati c’è anche un 68enne di Capaccio, mentre gli altri sono di Pompei, Pozzuoli, Mondragone, Curti ma anche Casal Di Principe. Tra le accuse mosse quella di essersi impossessati o di aver acquistato, consapevoli della provenienza illecita, monete, statuette e vasellame trafugato dalle aree archeologiche campane.