Attiva sin dalle prime ore dell’incendio anche l’Isde, l’associazione dei Medici per l’Ambiente, che attraverso un comunicato aveva chiesto l’attuazione di una ordinanza da parte dei sindaci del circondario affinché le persone non fossero esposte ai fumi e alle nubi tossiche. Il presidente dell’Isde, Gennaro Esposito, che guida la sub sezione Nola-Acerra, sottolinea che «le foto e i video bastano per poter definire il rogo come pericoloso. Il colore nero del fumo e della nube, che per circa due giorni ha stagnato sui cieli dell’area nolana, significa che sicuramente sono stati interessati combusti pericolosi». A riportare la notizia é il quotidiano Roma in edicola questa mattina con un articolo firmato da Antonio Pannella.

Sui dati diffusi dall’Arpac è chiaro: «Siamo offesi ed indignati per quello che ha scritto l’Arpac. Siamo sconcertati che ad una prima analisi i valori dell’Arpac siano entro i limiti, questa è una cosa che ci fa riflettere e ci fa anche promotori di una proposta. Esortare le autorità a rendere trasparenti gli enti che dovrebbero controllare il territorio, e tra questi c’è anche l’Arpac. Il nostro è un messaggio chiaro, noi vogliamo che gli organi non sia no controllori e controllati allo stesso tempo. Vogliamo che chi deve studiare l’ambiente, sia in questi casi ma anche per le polveri sottili, e per la qualità delle acque, debba essere un ente terzo, che abbia massima autorevolezza e trasparenza, che sforni dati realistici e non superficiali, così come successo con le centraline».